L'Istituto Italiano di Cultura di
Dakar ospita la prima tappa della mostra 'Una infinita attesa
dell'alba' di Flaminia Mantegazza, a cura di Giovanna dalla
Chiesa, in collaborazione con la Direzione Generale per la
Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari
Esteri e della Cooperazione Internazionale: lo annuncia una nota
dell'Istituto, che precisa l'inaugurazione della mostra, dalle
ore 18.00 del 18 ottobre e la sua apertura fino al 12 novembre
2023, dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 17.00 e la sera in
occasione di eventi.
L'artista propone una riflessione sul pianeta e le sue
risorse in un percorso espositivo presentato in occasione della
Settimana della Lingua italiana nel mondo, dedicata nel 2023 al
tema 'L'italiano e la sostenibilità', con l'obiettivo di
promuovere, attraverso la lingua, la cultura del rispetto
dell'ambiente.
L'intenzione dell'Istituto, in questa cornice e con questa
esposizione, è quella di valorizzare un'artista impegnata nel
proprio ambito di ricerca a sensibilizzare il pubblico in questa
direzione.
"Gli artisti, da molto tempo, in ogni parte del mondo, danno
il loro contributo", spiega la curatrice, Giovanna dalla Chiesa.
"Quello di Flaminia Mantegazza consiste in un lavoro di
riutilizzazione della carta, uno degli infiniti benefìci che gli
alberi - i primi a essere costantemente oltraggiati - ci hanno
elargito. La paziente lentezza con cui, tassello dopo tassello,
prendono forma i suoi mosaici, reca testimonianza -
nell'assoluta gratuità di un atto che è quasi una meditazione -
della vigile coscienza che dobbiamo allo scorrere della vita e
del tempo dentro di noi", aggiunge.
Flaminia Mantegazza si è formata tra Rio de Janeiro, dove si
è laureata in Economia e Storia, e Roma. In Italia ha riscoperto
la passione per l'arte che aveva intrapreso alla Scuola di Arti
Visive Parque Lage di Rio. Sul finire degli Anni Novanta
comincia a manipolare la carta di rotocalchi e giornali con
grande versatilità e ne fa il materiale privilegiato del proprio
lavoro (bassorilievi a parete, sculture, grandi installazioni),
accompagnandolo con colori acrilici di timbro netto e brillante.
Mantegazza ha esposto con regolarità, realizzando mostre in
Italia e all'estero (Instanbul, Atene, Londra, Mosca) e ha
sviluppato progetti installativi urbanistico-ambientali anche di
grande portata, come quello permanente del Museo Must di Faenza.
La curatrice delinea così il percorso espositivo che Mantegazza
propone a Dakar: "Allo scorrere e al dissolversi s'ispirano
opere come Calçadão (2007-2008), che riproduce la pavimentazione
del lungomare di Rio su cui è raffigurato il moto delle onde
dell'Atlantico e Nuvole (2020), dove è espresso il fluttuare dei
nostri desideri e delle nostre speranze, nel momento in cui il
lockdown ci teneva prigionieri. Tra il cielo e la terra si
ergono le Colonne (2019-2023), emblemi dell'opera dell'uomo,
alcune forgiate con fogli di testi giuridici, altre con
scontrini commerciali. Ogni cosa sulla superficie dell'orbe
terracqueo (Mappe 2015 - 2016) è permeata dai raggi solari (Sole
2023) qui, nel loro aspetto distruttivo più che benefico, tanto
da prosciugare e spezzare la crosta terrestre (Siccità 2023). È
a questo che si oppongono Abbracci (2019-2020) e Nodi (2017-
2020), segni di un'umana volontà di ricongiunzione e di unione",
conclude.
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