Decine di migliaia di persone stanno fuggendo dalle bombe israeliane sul sud del Libano e dal timore che le forze di terra dell'Idf rompano gli indugi ed entrino nel Paese dei Cedri. Ma a dare il senso dell'emergenza e del rischio che si sta per abbattere sul Libano è anche l'appello delle cancellerie europee ai propri connazionali a lasciare il Paese al più presto. Almeno finché i voli sono ancora disponibili visto che diverse compagnie aeree hanno già sospeso le loro tratte. Un "consiglio" espresso anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani agli italiani, mentre il Regno Unito sta già valutando piani di evacuazione da Cipro, inviando sull'isola circa 700 soldati.
Sono oltre 300 gli italiani che si trovano in Libano per motivi di lavoro, ha stimato Tajani. "Consigliamo loro di lasciare il Paese in questo momento. Ci sono ancora voli da Beirut", ha incalzato il vicepremier parlando a margine dell'assemblea dei parlamentari del Ppe a Napoli. Diversa invece, ha spiegato, la situazione per quelle tremila persone che hanno la doppia nazionalità, italiana e libanese, e che quindi hanno meno interesse a lasciare le loro case e il proprio Paese. Il governo, in contatto con le Nazioni Unite, sta inoltre lavorando perché "venga garantita la sicurezza" dei militari italiani del contingente Unifil di stanza nel sud del Paese.
Anche Londra sta sollecitando i cittadini britannici a "lasciare immediatamente" il Libano. Dopo i moniti lanciati dal Foreign Office, per rafforzare il messaggio è intervenuto il premier Keir Starmer in persona, mentre il ministro della Difesa, John Haley, ha annunciato l'invio "nelle prossime ore" di circa 700 soldati sull'isola di Cipro come parte di un "piano di emergenza" per l'eventuale evacuazione dei britannici "se la situazione dovesse deteriorarsi".
Allo stesso modo la Spagna, che nell'Unifil conta 650 soldati al momento "rifugiati nei bunker", ha "pronto un piano di evacuazione", sia dei militari che dei circa 1.000 spagnoli residenti in Libano, "se le circostanze lo richiederanno", ha ribadito da New York il ministro degli Esteri, José Manuel Albares. Già lunedì, nel primo giorno della massiccia offensiva israeliana, Madrid aveva lanciato l'appello a non recarsi in Libano e raccomandato agli spagnoli presenti nel Paese, soprattutto per turismo o affari, di lasciarlo "il prima possibile" su voli commerciali.
"Lasciate il territorio libanese il più rapidamente possibile", è lo stesso invito che risuona dal Cremlino ai cittadini russi "per la loro sicurezza". Un appello simile, rivolto agli americani, è stato lanciato ieri dalla Casa Bianca.
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