Continua a moltiplicarsi il numero
di donne decise a far emergere accuse postume di stupri,
molestie e abusi sessuali vari contro Mohamed Al Fayed, defunto
magnate egiziano trapiantato nel Regno Unito, proprietario fra
l'altro fino al 2010 dei celebri magazzini londinesi Harrods,
morto 94enne un anno fa. Lo rivela la Bbc nell'ultima puntata di
un'inchiesta ad hoc, rendendo noto d'aver raccolto denunce di
altre 65 presunte vittime, fino a un totale che supera adesso
quota 200.
L'emittente aggiunge che i fatti contestati si spingono
ancor più indietro nel tempo rispetto alle prime accuse e che il
caso più datato è ora quello di una donna, molto giovane
all'epoca delle vicende raccontate, che afferma di essere stata
assunta nel 1977 a Dubai - di fatto come una sorta di schiava
sessuale - per conto di Al Fayed.
Gli abusi denunciati sotto i riflettori in queste settimane
risultano aver riguardato soprattutto ex dipendenti di Harrods
(le più giovani delle quali 15-16enni), nonché alcune ex
impiegate dell'hotel Ritz di Parigi: altro gioiello della corona
di quello che fu l'impero d'affari di Al Fayed, noto alle
cronache anche come padre di Dodi, ultimo fidanzato di lady
Diana, deceduto nel 1997 con lei nel tragico incidente del
tunnel dell'Alma. Una parte delle denuncianti si è già rivolta
inoltre a un team di avvocati, nell'ambito di un'azione legale
civile risarcitoria.
Le accuse a Mohamed Al Fayed, rilanciate dalla Bbc dopo
tante segnalazioni raccolte in passato dalla polizia, ma
archiviate dalla Procura della corona britannica almeno due
volte, nel 2009 e nel 2015, quando l'influente quanto
chiacchierato miliardario era ancora in vita, mirano ora
all'obiettivo di possibili indennizzi: da chiedere in primis
alla nuova proprietà di Harrods - la cui struttura avrebbe a suo
tempo istituzionalizzato e coperto un vero e proprio sistema di
reclutamento aziendale di giovani "donne-prede" - ceduta nel
2010 a un fondo del Qatar.
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