Dal momento dell'arresto, avvenuto
due anni fa, ha potuto parlare con la moglie al telefono
soltanto una volta, con i figli due per la stessa via. Per il
resto, il dissidente russo Vladimir Kara-Murza è in isolamento
totale in una cella della città di Omsk, a 2500 km da Mosca. A
rivelare i dettagli della sua detenzione è lo stesso dissidente
russo, che ha scritto una lettera alla Bild, pubblicata sul
sito. L'unica attività che gli è concessa, di tanto in tanto, è
infatti proprio scrivere lettere, riferisce.
La sua vicenda ha molti tragici elementi in comune con quella
di Navalny, ricorda il tabloid tedesco. Il 42enne, di
professione giornalista, apparteneva alle voci di opposizione
più importanti del suo paese. È sopravvissuto a un tentativo di
avvelenamento da parte dei servizi russi e ha pagato con la
libertà il suo impegno politico. "Lascio la mia cella solo per
un'ora e mezza al giorno, quando posso camminare nel cortile
della prigione, solo in cerchio. Il cortile non è molto più
grande della stanza, ma si può vedere il cielo attraverso le
sbarre. E adesso, quando il sole esce più spesso, i gatti a
volte vengono sul mio tetto e io ci parlo attraverso le
inferriate", scrive nel messaggio. "Nella mia cella è accesa la
radio dal risveglio fino a quando vado a dormire (dalle 5 alle
21). In genere trasmettono musica pop russa e una volta all'ora
le notizie. Naturalmente sono soltanto notizie ufficiali: il
prossimo discorso di Putin, un nuovo divieto inventato dalla
Duma, servizi sui successi dell'agricoltura russa, e così via.
Poiché è impossibile spegnere la radio, cerco di distaccarmi
mentalmente e di trattarla come una sorta di rumore di fondo". È
proprio per radio che ha saputo della morte di Navalny, racconta
fra l'altro rievocando le parole di quell'annuncio.
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