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Giorno Memoria: Vera Jarach, 'mai guardare dall'altra parte'

La Madre de Plaza de Mayo italiana testimone a Roma e Milano

(ANSA) - ROMA, 26 GEN - La storia universale è piena di tragedie, "come quella dei 30.000 desaparecidos argentini", ed è compito di ognuno di noi far sì che simili tragiche vicende non vengano dimenticate e non si ripetano": chi parla così è Vera Jarach, la più nota delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina, venuta per l'ennesima volta in Italia per testimoniare il suo impegno di 'partigiana della memoria'.
    Rivolgendosi a Roma ad un folto gruppo di studenti liceali nella Chiesa valdese di Piazza Cavour Vera, 95 anni e con l'inseparabile 'pañuelo' (fazzoletto), bianco sulla testa, ha spiegato che "bisogna dare il buon esempio. E' possibile e desiderabile per il bene di tutti fare qualcosa, non guardare dall'altra parte. E per trasformare le idee in realtà abbiamo bisogno di unirci".
    Giornalista di professione, emigrò in Argentina per sfuggire alle leggi razziali italiane, ma in quel Paese ha sofferto il dramma centrale della sua vita: il sequestro, tortura e morte, subito dopo il golpe del generale Jorge Rafael Videla nel 1976, della sua unica figlia Franca, studentessa di 17 anni.
    "Ero giornalista dell'ANSA di Buenos Aires - ha raccontato - ma mi sono trasformata in una Madre de Plaza de Mayo che, insieme ad altre madri di 'desaparecidos' si sono battute, e si battono ancora oggi, per sapere la sorte dei nostri figli. Io l'ho saputo solo 20 anni dopo".
    "Mi hanno raccontato - ha proseguito - che dopo essere stata sequestrata. Franca fu torturata, e poi uccisa con uno dei 'voli della morte' attraverso cui la dittatura faceva sparire gli oppositori lanciandoli, spesso sedati, ma ancora vivi, nel Rio de la Plata o nell''Oceano Atlantico. Il suo corpo è sparito così, nel nulla".
    Durante l'incontro, e prima di partire per Milano, Jarach ha infine rivolto un appello affinché l'Italia appoggi l'iniziativa argentina di far dichiarare la Scuola di meccanica della Marina (Esma), dove Franca e molte centinaia di altri oppositori sono stati rinchiusi, un 'Patrimonio culturale dell'umanità' dell'Unesco. (ANSA).
   

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