guerra aperta tra due città
indiane legate, in modo diverso, alla figura del leader
spirituale Sathya Sai Baba. La contesa contrappone Puttaparthi,
in Andhra Pradesh, luogo di nascita del leader spirituale, a
Muddenhalli, a 30 km da Bengalore, dove Madhusudan Naidu,
l'autoproclamato successore di Sai Baba, ha stabilito il centro
delle attività.
Poche settimane dopo la morte del guru, scomparso nel 2011
senza lasciare testamento, Naidu, oggi 43enne, ha iniziato a
definirsi successore di Sai Baba, e dopo essersi dato il nome di
Sadhguru Madhusudan Sai, con un'ascesa fulminante, ne ha preso
il posto agli occhi di moltissimi fedeli.
Naidu si descrive come la reincarnazione del guru, proclama di
averlo sempre accanto, indossa gli stessi colori, arancio,
giallo e bianco e ne copia i modi e i "miracoli", facendo
apparire dal nulla la famosa vibhuti (cenere sacra), e piccoli
oggetti. Da quando, alcuni anni fa ha trasferito la sede a
Muddenhalli, un villaggio collinare circondato da palme da
cocco, la cittadina ha subito la stessa trasformazione che toccò
a Puttaparthi: oggi Muddenhalli, vanta ampie strade, giardini,
edifici nuovissimi, vari mall, uno stadio in costruzione e un
frequentatissimo ashram, Sathya Sai Grama. Numerosi gli adepti
stranieri che hanno venduto le proprietà a Puddaparthi per
trasferirsi a Madhusudan. I devoti che restano negli ashram di
Puttaparthi non riescono a contestare l'ascesa irrefrenabile di
Madhusudan.
"Si è presentato come un'alternativa per i tanti che si
sentivano orfani della presenza fisica di Sai Baba. Ma il potere
acquisito è ormai fuori controllo", denuncia Anil Kumar
Kamaraju, che fu traduttore, amico e confidente di Sai Baba.
Mentre i giudici indiani esaminano sempre più spesso dispute
legali tra associazioni religiose diverse, i fedeli
dell'originario Sai Baba e i rappresentanti del Sri Sathya Sai
Central Trust (SSSCT) faticano a portare in tribunale
l'autoproclamato successore. Nel frattempo, resta
l'interrogativo su chi gestisce il patrimonio ricchissimo del
nucleo originario del culto, che comprende centri in 114 Paesi
del mondo.
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