Il premier Tory britannico Boris
Johnson rivendica di fronte alla Camera dei Comuni di aver
sostenuto la battaglia contro la Superlega per proteggere "i
tifosi del nostro sport più amato", non senza polemizzare contro
il leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, accusato di
essere rimasto "a bordo campo" seppur contrario al progetto. Nel
tradizionale Question Time del mercoledì, Johnson rinnova
inoltre il suo apprezzamento per la decisione dei 6 club inglesi
inizialmente coinvolti di abbandonare questa iniziativa (sotto
la pressione dei fan, del governo e di vari addetti ai lavori)
condannandola in sostanza al fallimento.
Rispondendo a una successiva domanda di uno dei deputati, il
premier britannico ha confermato che il suo governo intende
continuare a tenere ora alta l'attenzione sul mondo del football
- attraverso la preannunciata inchiesta affidata a un organismo
in cui avranno largo spazio le rappresentanze del tifo
organizzato - con l'obiettivo di "promuovere" un maggior ruolo
dei tifosi nella gestione del movimento calcistico.
Il pericolo principale che la Superlega avrebbe comportato,
a giudizio di Johnson, e cha va scongiurato nelle sue parole, è
quello di trasformare grandi club radicati nelle città del Regno
in meri "brand globali", a detrimento del loro legame "con le
comunità locali" di appartenenza e il popolo dei sostenitori.
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