Giornalisti e cameramen, sostenitori,
curiosi e soprattutto tanta tensione: nell'aula del tribunale di
Bobigny, vicino Parigi, si è aperto il processo per
"intimidazione contro l'autorità giudiziaria, ribellione e
provocazione" nei confronti di Jean-Luc Melenchon ed altri
esponenti del partito di estrema sinistra La France Insoumise.
I fatti risalgono al 16 ottobre, quando Melenchon, con i
deputati Corbiere e Lachaud, l'eurodeputato Bompard, il
consigliere di Stato Pignerol e l'addetta stampa del partito,
Rozenfeld, si ribellarono alla perquisizione ordinata dai
magistrati e effettuata nella sede de La France Insoumise dalla
polizia. La perquisizione era stata ordinata nell'ambito delle
inchieste sulle modalità di assunzione e remunerazione di
assistenti del partito al Parlamento europeo. Melenchon e gli
altri si opposero e ci furono veri e propri tafferugli, con
Melenchon che gridava 'La Republique c'est mois' (La Repubblica
sono io) e veniva alle mani prima con un magistrato poi con un
poliziotto.
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