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Bruxelles come Parigi, 'Salah doveva sparare in città'

Bruxelles come Parigi, 'Salah doveva sparare in città'

Mentre kamikaze colpivano. Sei arrestati. Incubo siti nucleari

25 marzo 2016, 12:22

Enrico Tibuzzi

ANSACheck

Salah Abdeslam - RIPRODUZIONE RISERVATA

Salah Abdeslam - RIPRODUZIONE RISERVATA
Salah Abdeslam - RIPRODUZIONE RISERVATA

I terroristi dell'Isis stavano preparando un attacco multiplo a Bruxelles in stile Parigi. Una parte della cellula jihadista - quella di cui avrebbe dovuto far parte clamorosamente anche Salah Abdeslam - doveva sparare alla gente con i kalashnikov per le strade della città, mentre l'altra si doveva far saltare in aria all'aeroporto e al metrò, come poi è effettivamente avvenuto. Questa l'ultima ipotesi filtrata dalle indagini in corso sulle stragi di Bruxelles e ritenuta - secondo i media - assai plausibile, anche se non certa, dagli inquirenti. In serata blitz nel centro della capitale e nei dintorni hanno portato al fermo di sei persone che la procura ha legato all'inchiesta sulle stragi. Del gruppo di fuoco di Adbeslam, secondo la ricostruzione, facevano parte anche Mohamed Belkaid e Amine Choukri. Ma prima la sparatoria avvenuta nel covo di Forest - e nel corso della quale la polizia ha ucciso Belkaid - e poi l'arresto di Salah hanno impedito che il piano venisse attuato nella sua interezza. Lasciando al gruppo dei kamikaze partito dal covo di Schaerbeek il compito di portare a termine la loro missione di morte. L'inchiesta comunque procede senza sosta e riserva ogni giorno novità, alimentando anche le polemiche sull'efficienza dei servizi d'informazione e della polizia belga. Nonostante ciò, il centro di crisi ha deciso di far scendere da 4 a 3 il livello di allerta, il che significa che la minaccia di attacchi terroristici non è più 'imminente' anche se resta 'grave'. Gli investigatori hanno individuato un secondo uomo, grazie alle telecamere di sorveglianza presenti nelle stazioni della metropolitana, accanto a Khalid El Bakraoui, che è ora ricercato dalla polizia, sempre che non sia già saltato in aria insieme al kamikaze. Il quale era ricercato dall'Interpol, ma non dalla polizia federale belga, fin dal dicembre scorso.

E intanto continua la caccia all'uomo con il cappello e la giacca chiara che compare nella foto presa all'aeroporto poco prima della doppia esplosione. Gli arresti compiuti in serata hanno riguardato tre persone arrestate proprio "davanti alla procura", che si trova in pieno centro di Bruxelles a fianco del palazzo di giustizia, ha detto un portavoce della procura Eric Van Der Sypt. Altre due sono stati fermate sul territorio di Bruxelles e una persone a Jette. Nelle prossime ore si deciderà se formalizzare il provvedimento di arresto. Perquisizioni sono state effettuate anche a Schaerbeek, il quartiere dove c'era il covo degli attentatori, ma non è stato effettuato alcun fermo. Ma l'altra ipotesi inquietante emersa nelle ultime ore è che i terroristi stessero progettando un'azione che doveva avere a che fare con l'energia nucleare: una bomba 'sporca' oppure un attacco a una delle molte centrali presenti nel Paese. Uno scenario, quest'ultimo, sul quale la procura federale ha sentito l'esigenza di intervenire affermando, in una nota, di "non poter confermare" che i fratelli jihadisti El Bakaoui avessero elaborato un simile piano. Tuttavia, è un fatto che nel covo di Mohammed Bakkali - altro terrorista coinvolto negli attacchi di Parigi insieme ad Abdeslam e citato nel 'testamento' video di Kalid El Bakraoui - sia stato trovato un filmato della durata complessiva di 17 ore da cui appare evidente che un importante ingegnere nucleare operante in Belgio veniva spiato. Del resto, l'ipotesi che i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui avessero fra l'altro l'ambizione di provare a costruire per l'Isis una 'bomba sporca', cioè un ordigno radioattivo, è stata rilanciata oggi anche dal sito dell'emittente Usa Nbc. La quale ha citato un ex agente dell'intelligence francese che ha avuto l'incarico di indagare su potenziali minacce al settore nucleare europeo. Secondo Claude Monique, questo il nome dell'ex agente, i due fratelli jihadisti volevano forse studiare la fattibilità di un piano, definito "un po' ingenuo", per rapire l'ingegnere nucleare ed estorcergli la tecnica per fabbricare un ordigno radioattivo. Ma a mettere in evidenza il 'rischio' siti nucleari c'è anche il fatto che nelle ultime due settimane ben undici persone sono state allontanate per motivi di sicurezza dal loro posto di lavoro nella centrale di Tihange. Dopo la sparatoria di Forest, sette persone sono state private del diritto di accedere al sito e la stessa sorte è toccata ad altri quattro individui dopo gli attentati di martedì.

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