Le due principali associazioni
di medici indiani, al nono giorno della loro protesta, hanno
annunciato che continueranno a scioperare fino a quando il
ministro della Salute non prenderà azioni concrete in tema di
indennità e garanzie per la pratica clinica.
Lo fanno sapere in un comunicato comune la Federazione dei
medici degli ospedali pubblici e quella che raggruppa i medici
della All India Medical Association, reso noto dopo lunghe
discussioni in cui è stato approfondito il tema del profondo
disagio arrecato agli ammalati.
"Viviamo un momento di ora o mai più", dicono i medici,
aggiungendo che solo forzando ancora un poco la situazione sarà
possibile ottenere le necessarie tutele.
A sostegno della protesta nazionale che sta paralizzando il
sistema sanitario pubblico in tutto il Paese è scesa in campo la
Corte Suprema indiana che ieri ha nominato una commissione di
dieci membri incaricati di formulare un protocollo nazionale per
garantire la sicurezza e strutture adeguate.
La protesta dei medici è scattata dopo il ritrovamento, il 9
agosto, in un corridoio di un ospedale pubblico di Calcutta del
corpo senza vita di una specializzanda, seviziata e uccisa
brutalmente dopo uno stupro. La rabbia e l'indignazione per
l'ennesima violenza omicida contro una donna si sono incrociate
con l'esasperazione dei medici degli ospedali pubblici che
lavorano in strutture prive di ogni tipo di sorveglianza e
controllo e sono spesso oggetto di aggressioni da parte di
malati o parenti insoddisfatti dei trattamenti che ricevono i
loro cari.
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