Posti di blocco e file di veicoli della polizia a Pechino sulle strade principali verso Piazza Tienanmen: sono alcune delle misure sulla sicurezza rafforzata adottate nel giorno dei 35 anni della sanguinosa repressione delle proteste degli studenti a favore delle riforme democratiche. La Cina ha da tempo tentato di rimuovere ogni ricordo sull'ordine del governo all'Esercito di liberazione popolare di porre fine alle manifestazioni durate mesi e di sostenere, invece, la leadership comunista. Si stima che circa 180.000 soldati e poliziotti armati arrivarono con carri armati e veicoli blindati sparando sulla folla mentre raggiungevano Piazza Tiananmen. Il bilancio delle vittime resta sconosciuto e varia tra alcune centinaia e migliaia, per l'operazione iniziata la notte del 3 giugno 1989 fino al mattino successivo. Tutti i principali siti di social media mandarini - quali WeChat, WQ, Weibo, Douyin e Kuaishou - hanno vietato temporaneamente agli utenti di modificare le immagini del profilo e gli handle alla vigilia dell'anniversario. Mentre in tutta la Cina, l'evento rimane un argomento tabù, pesantemente censurato, e ogni menzione o riferimento sui social viene cancellato. In Piazza Tienanmen e nella vicina Città Proibita i turisti si sono allineati anche oggi, disciplinatamente, lungo i percorsi designati che conducono ai cancelli di ingresso. A Hong Kong, un raduno organizzato da gruppi pro-Pechino ha occupato il Victoria Park, per decenni il luogo della veglia annuale di massa in occasione dell'anniversario, meno di una settimana dopo che la polizia ha arrestato otto persone accusate di post "sediziosi" in vista di una "delicata imminente data" in forza, per la prima volta, della legge approvata ex Art.23 dall'ex colonia sulla sicurezza nazionale. Nel 2021, tre ex leader del gruppo che ha organizzato la veglia, tra cui l'attivista Chow Hang-tung, sono stati accusati di sovversione ai sensi di una legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino a giugno 2020. Il Victoria Park e le aree limitrofe sono largamente presidiate dalle forze dell'ordine.
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