Polemica in Argentina per
l'investimento in criptovaluta suggerito dal presidente Javier
Milei: la manovra ha fatto spostare milioni di dollari in pochi
minuti ma il mercato è crollato poche ore dopo, costringendo il
leader ultraliberista a fornire spiegazioni poco chiare, mentre
l'opposizione insinua che abbia commesso "un reato".
Milei la notte scorsa ha sorpreso il mondo delle monete
virtuali con un messaggio su X, in cui ha scritto l'acronimo
$LIBRA, un token che ha subito registrato un aumento
esponenziale del suo prezzo, ma che è in seguito sprofondato. Il
bitcoin in questione ha iniziato a funzionare ieri sera, quando
il capo dello Stato ha fatto il suo post sui social, generando
un momentaneo scalpore seguito da incertezza e forti critiche.
"L'Argentina liberale sta crescendo!!! Questo progetto
privato sarà dedicato a incoraggiare la crescita dell'economia
argentina, finanziando piccole imprese e startup argentine. Il
mondo vuole investire in Argentina", ha scritto Milei sull'ex
Twitter.
Secondo Maximiliano Ferraro, rappresentante della Coalizione
civica, Milei potrebbe aver violato la legge sull'etica pubblica
e quella sugli enti finanziari. "Quanto accaduto potrebbe
costituire i reati di riciclaggio di denaro, frode e/o truffa,
che l'Unità di informazione finanziaria non può ignorare", ha
aggiunto.
"Qualche ora fa ho pubblicato un post, come tante altre
innumerevoli volte, a sostegno di una presunta iniziativa
privata con la quale ovviamente non ho alcun legame", ha poi
scritto Milei all'alba di oggi. "Non ero a conoscenza dei
dettagli del progetto e, dopo averne preso conoscenza, ho deciso
di non continuare a diffondere la notizia (ecco perché ho
cancellato il post)", ha aggiunto.
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