Organizzazioni della società civile
e attivisti ambientali sono arrivati in una marcia di protesta
fino al Parlamento di La Paz, in Bolivia, esigendo al governo
del presidente della Bolivia, Luis Arce, che siano annullati i
contratti di sfruttamento del litio nel Salar di Uyuni stipulati
con multinazionali di Cina e Russia. Lo riporta il sito del
quotidiano boliviano El Diario.
Il Centro di documentazione e informazione della Bolivia,
il Cedib, le fondazioni Jubileo e Solón ed il club di Ginevra,
preoccupati per le caratteristiche, condizioni e implicazioni
tecniche, economiche, finanziarie e socio-ambientali dei
contratti sottoscritti dalla statale Yacimientos de Litio
Bolivianos, la Ylb, con le multinazionali Uranium One Group
(russa) e Hong Kong Cbc (cinese), hanno emesso un comunicato.
"Abbiamo adempiuto al dovere patriottico di rendere pubbliche le
nostre principali osservazioni e obiezioni a detti contratti",
si legge nel documento che menziona tra gli altri aspetti che i
contratti e i loro allegati presentati in Parlamento, che li sta
approvando, sono "incompleti, confusi e incongruenti".
Il presidente di Ylb, Omar Alarcón, ha invece difeso oggi
il contratto con il consorzio cinese Cbc per la produzione di
carbonato di litio per le batterie precisando che "stiamo
entrando in un affare sicuro, dove non ci mettiamo soldi".
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