Il governo ultraliberista di
Javier Milei ha presentato un ultimatum ai sindacati della
compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas affinché accettino
una modifica del contratto di lavoro con l'obiettivo di ridurre
i costi e il deficit operativo dell'azienda. L'alternativa,
assicurano dall'esecutivo, è quella di dare il via alla sua
privatizzazione o direttamente dichiararne la bancarotta.
I sindacati hanno accettato nel frattempo la sospensione
temporanea delle proteste che la settimana scorsa hanno generato
disagi a migliaia di passeggeri ma chiedono un adeguamento dei
salari in linea con l'inflazione.
Saranno decisive le prossime ore e principalmente l'esito di
una riunione fissata d'urgenza per il pomeriggio di oggi tra
delegati sindacali e azienda.
La chiusura o la privatizzazione della compagnia di bandiera
che minaccia il governo non è tuttavia una soluzione di semplice
attuazione. Se da una parte si richiede il sostegno del
Parlamento dove l'esecutivo è in minoranza, esiste un
impedimento forse ancora maggiore. Aerolineas Argentinas è
infatti l'unica compagnia che opera i collegamenti interni con
ben otto province (Santa Fe, La Pampa, Entre Ríos, San Luis,
Formosa, La Rioja, Catamarca e Chaco) che in caso di chiusura
rimarrebbero completamente isolate.
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