El Salvador è in silenzio
elettorale in vista del voto presidenziale e legislativo di
domenica, in cui appare scontata la vittoria del presidente
uscente Nayib Bukele, 42 anni, candidato per un secondo mandato,
e del suo partito Nuevas Ideas.
Nonostante molteplici denunce di violazione dei diritti umani
per gli arresti in massa realizzati durante i 22 mesi di stato
di emergenza, tutti i sondaggi confermano una vittoria
schiacciante di Bukele che, per potersi candidare per un secondo
mandato - proibito dalla Costituzione - si è messo in licenza
per sei mesi, fino al giorno del suo potenziale insediamento a
giugno.
Negli Stati Uniti, un gruppo di membri della Camera. guidati
dalla deputata Ilham Omar, hanno anche scritto al segretario di
Stato, Antony Blinken, sollecitando "un'azione contro le minacce
alla democrazia in El Salvador".
Sono sei i candidati per la massima carica salvadoregna - fra
cui quelli dei due storici partiti (Fmln di sinistra e Arena,
destra) - ma nessuno di questi supera il 5% delle probabilità di
voto.
Il clima quindi è quello di un trionfo di Bukele, le cui
gigantografie troneggiano in tutte le città del Paese. Il suo
progetto è quello di concentrare su di sé poteri sempre maggiori
di controllo sulle istituzioni, utilizzando un Parlamento e una
magistratura integrati da personalità a lui fedeli.
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