(ANSA) - LONDRA, 20 FEB - Stanno suscitando orrore nel Regno
Unito, Paese di avidi consumatori di tè per antonomasia, le
denunce di gravi abusi sessuali emerse da un'inchiesta
giornalistica condotta sotto copertura dalla Bbc in Kenya fra le
lavoratrici di grandi coltivazioni possedute da due aziende
britanniche di primo piano.
L'inchiesta ha svelato le violenze e le molestie subite -
secondo varie testimonianze raccolte - da oltre 70 donne nel
corso degli anni, da parte di "supervisori" delle aziende
agricole coinvolte descritti come autentici maniaci schiavisti
pronti a minacciare e fare pressioni per costringere le
braccianti ad avere rapporti sessuali con loro. Le piantagioni
teatro degli abusi appartengono rispettivamente alla
multinazionale Unilever, che produce il tè commercializzato nel
Regno e nel mondo sotto il marchio Lipton, e al gruppo
agroalimentare specializzato James Finlay & Co, che rifornisce i
supermercati di catene leader della grande distribuzione
sull'isola.
L'inchiesta - arricchita con immagini di video nascosti -
ha sollevato il velo su casi come quello di una donna che ha
raccontato d'essere stata contagiata con il virus dell'aids
(hiv) dal suo supervisore-persecutore. Unilever in una nota si è
dichiarata "profondamente scioccata" e ha ammesso il fallimento
delle misure introdotte a suo dire qualche anno fa per "rendere
più facili le denunce e per individuare, investigare e riportare
alle autorità abusi come quelli scoperti dalla Bbc". I vertici
aziendali di Lipton Teas and Infusions e James Finlay & Co hanno
dal canto loro preso inizialmente tempo prima di diffondere una
reazione ufficiale; ma - a quanto trapelato sui media - hanno
provveduto a sospendere in queste ore alcuni manager delle
fattorie interessate di fronte all'imbarazzo suscitato
dall'inchiesta e in attesa di possibili iniziative delle forze
di polizia keniane. (ANSA).