Milioni di persone nel sud
dell'Angola sono alle prese con la carestia determinata dalla
siccità, aggravata dal cambiamento climatico che continua a
devastare la regione: lo afferma Amnesty International in un
comunicato. L'organizzazione non governativa evidenzia come la
creazione di allevamenti commerciali di bestiame su terre della
comunità abbia allontanato i pastori dalla fine della guerra
civile nel 2002, un cambiamento che ha lasciato grandi fasce
della popolazione in condizioni di insicurezza alimentare,
mentre la siccità acuta persiste da oltre tre anni.
Poiché cibo e acqua diventano sempre più scarsi, migliaia di
persone sono fuggite dalle loro case cercando un rifugio nella
confinante Namibia, aggiunge Amnesty, che sottolinea la
situazione particolarmente dura nelle province di Cunene e
Huíla. La stagione delle piogge 2020/21 è stata secca in modo
anormale, quindi la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi
mesi.
Secondo il Programma alimentare mondiale (Pam), la mancanza
di precipitazioni tra novembre 2020 e gennaio 2021 ha già
causato la peggiore siccità degli ultimi 40 anni. La fame ha
spinto migliaia di persone ad attraversare il confine con la
Namibia dall'inizio di marzo 2021, secondo la Federazione
internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna
Rossa (IFRC). Nel maggio 2021, Pam ha stimato che 6 milioni di
persone in Angola hanno cibo insufficiente, con l'insicurezza
alimentare prevalente nel sud del Paese, e che oltre 15 milioni
riducono le spese non alimentari.
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