Dopo il naufragio al largo della
Tunisia, "sono stati recuperati i corpi di 41 persone, tra cui
almeno un bambino": lo afferma una nota congiunta di Unhcr e
Oim.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati e
l'Organizzazione internazionale per le migrazioni si dicono
"profondamente rattristate" dalle notizie sul naufragio al largo
della costa di Sidi Mansour, nel sud-est della Tunisia, avvenuto
giovedì sera.
Secondo i rapporti delle squadre locali di Unhcr e Oim, tre
sopravvissuti sono stati salvati dalla Guardia costiera
tunisina, mentre continuano gli sforzi alla ricerca di altri
eventuali superstiti. Sulla base delle informazioni iniziali,
tutti coloro che sono morti provenivano dall'Africa
subsahariana, si legge nella nota.
"Questa tragica perdita di vite umane sottolinea ancora una
volta la necessità di potenziare ed espandere le operazioni di
ricerca e soccorso guidate dallo Stato in tutto il Mediterraneo
centrale, dove circa 290 persone hanno perso la vita finora
quest'anno", affermano.
"La solidarietà in tutta la regione e il sostegno alle
autorità nazionali nei loro sforzi per prevenire la morte e
perseguire i trafficanti e i trafficanti dovrebbero essere una
priorità, sottolineano le due organizzazioni". Prima
dell'incidente di ieri, all'inizio di marzo altri 39 rifugiati e
migranti erano morti al largo della costa vicino alla città
tunisina di Sfax.
Finora quest'anno le partenze via mare dalla Tunisia verso
l'Europa sono più che triplicate rispetto allo stesso periodo
del 2020. "Unhcr e Oim continuano a monitorare da vicino gli
sviluppi della situazione e a essere pronti a collaborare con le
autorità nazionali per assistere e sostenere i sopravvissuti e i
familiari di coloro che sono scomparsi", conclude la nota.
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