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Ebola, il Papa auspica l'aiuto della comunità internazionale

Allarme degli Stati Uniti: 1,4 milioni di casi entro gennaio

Il "pensiero" del Papa va "a quei paesi dell'Africa che stanno soffrendo a causa dell'epidemia di Ebola. Sono vicino alle tante persone colpite da questa terribile malattia. Vi invito a pregare per loro e per quanti hanno perso così tragicamente la vita. Auspico che non venga meno il necessario aiuto della Comunità internazionale".

L'ALLARME DEGLI USA - Entro il prossimo gennaio i casi di ebola in Africa occidentale potrebbero raggiungere quota 1,4 milioni. L'allarme e' stato lanciato da Centers for Disease Control and Prevention, l'ente nazionale americano che si occupa di salute pubblica.

Secondo il Cdc, nella peggiore delle ipotesi e' questo lo scenario che si profila per la Liberia e la Sierra Leone se non si adotteranno le misure necessarie per fermare l'epidemia. I due paesi africani potrebbero arrivare a toccare gia' quota 21 mila casi entro il prossimo 30 settembre. Il New York Times scrive che i dati tengono in considerazione il fatto che molti casi non vengono rilevati e che in realta' sono superiori di due volte e mezzo quelli riportati. Ma oltre ad un scenario negativo, il Cdc ne prevede in realta' anche uno positivo e che si profilerebbe qualora le vittime siano sepolte in modo corretto e con il 70% dei pazienti curati in ambienti con basso rischio di trasmissione. In questo caso - dice - in entrambi i paesi l'epidemia sarebbe estinta entro fine gennaio dell'anno prossimo.

DALL'ONU INVIATO SPECIALE - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha nominato David Nabarro inviato speciale per l'Ebola e Anthony Banbury rappresentante speciale e capo della missione di emergenza delle Nazioni Unite sul virus (Unmeer). Lo comunica il portavoce del Palazzo di Vetro.

IL BILANCIO DELL'OMS - Sono 2.811 i morti provocati dall'epidemia di ebola in Africa occidentale. Lo afferma l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nell'ultimo bilancio. Le persone colpite sono in totale 5.864.

"L'ITALIA STA FACENDO LA SUA PARTE" - "L'Italia sta facendo la sua parte" per contrastare l'epidemia di ebola, la febbre emorragica che ha ucciso più di duemila persone in Africa. Lo ha confermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a margine di una conferenza a Milano. "Noi abbiamo dato un impegno già adesso - ha spiegato - non tanto il Ministero della Salute quanto quello della Cooperazione: realizzeremo una novantina posti letto in Sierra Leone" per curare le persone infette e gli operatori umanitari contagiati. "Inoltre la Cooperazione ha già stanziato un milione e mezzo di euro, e si dovrebbe arrivare complessivamente a circa 4 milioni per aiuti umanitari e interventi in loco. Quindi l'italia sta facendo la sua parte, oltre a quello che già si sta facendo a livello della Comunità europea", che finora ha stanziato 150 milioni di euro.

IL COPRIFUOCO IN SIERRA LEONE - Centocinquanta nuovi casi di Ebola e 70 cadaveri sono stati scoperti in Sierra Leone dopo tre giorni di quarantena. Lo ha annunciato il governo del Paese africano. L'annuncio del Ministero della Salute del Paese africano su Facebook:

 

 

A MADRID MEDICO SPAGNOLO CONTAGIATO IN SIERRA LEONE - Il religioso e medico spagnolo Manuel Garcia Viejo, colpito dal virus dell'ebola, è stato rimpatriato dalla Sierra Leone in Spagna, dove è giunto su un aereo ospedale dell'Esercito. Manuel Garcia Viejo, di 69 anni, dei quali gli ultimi 12 trascorsi come direttore dell'ospedale dell'ordine di San Juan de Dios a Lunsar, in Serra Leone, è stato trasferito al nosocomio Carlo III, con lo stesso protocollo di sicurezza impiegato per il primo ammalato di ebola giunto in Europa, il missionario Miguel Pajares, morto il 12 agosto vittima del virus. Garcia Viejo è in un reparto isolato, al sesto piano, con una ventilazione speciale che impedisce all'area di uscire dalla camera di degenza, anche se in questa occasione non è stato evacuato il piano e il reparto ospedaliero, come nel caso del ricovero di Muguel Pajares. Le sue condizioni sono definite stabili nella gravità.

MEDICI SENZA FRONTIERE: "SIAMO AL LIMITE" - "A 6 mesi dall'inizio della peggiore epidemia di Ebola, la risposta internazionale è ancora inadeguata, stiamo perdendo troppe vite e le nostre equipe sono al limite delle loro capacità. Occorre agire ora per fermare l'epidemia". È l'appello lanciato da Medici Senza Frontiere (MSF) impegnata in Africa Occidentale fin dai primi giorni dell'epidemia. "Nessuno si attendeva che il budget 2014 di MSF per l'Ebola arrivasse a 46 mln". Da oggi fino al 4 ottobre è possibile effettuare donazioni al numero 45507.

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