Una campagna per salvare i pub britannici, tradizione plurisecolare e luogo di socializzazione per antonomasia dell'isola, dalle difficoltà economiche che da anni alimentano un'emorragia di chiusure: fenomeno periodicamente denunciato nel Regno Unito nell'ultimo decennio. E' l'iniziativa lanciata dal Daily Mirror, tabloid storicamente vicino alla working class, a cui ha aderito anche il primo ministro laburista Keir Starmer in persone, promettendo un rinnovato impegno del suo governo su questo fronte.
"Non c'è niente di meglio per ciascuno di noi, me compreso, che rilassarsi a fine giornata nel pub locale con una pinta" di birra, ha affermato sir Keir in un'intervista richiamata dal giornale in apertura di prima pagina, sottolineando che si tratta di difendere un rito nazionale, oltre che un settore di business. Settore messo a dura prova ormai da tempo dai costi di gestione e affitto degli esercizi commerciali e dall'impatto di crisi interne o internazionali più che dai cambiamenti di abitudini collettive. Il tabloid da parte sua evoca la necessità di sussidi ad hoc, come sollecitano da anni le organizzazioni di categoria degli esercenti.
Stando agli ultimi dati annuali, nel 2024 solo in Inghilterra e Galles hanno dovuto gettare la spugna più di 400 pub, facendo scendere il totale a poco meno di 39.000, con un'accelerazione del declino del numero complessivo. La media di 34 chiusure al mese è stata indicata dai media come la più elevata dal 2021/22, quando il settore fu investito dalle ricadute dei lockdown durante la pandemia di Covid e dall'impennata dei costi dell'energia legata alla crisi Russia-Ucraina e alle sanzioni.
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