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Cresce l'attesa per la nomina del nuovo premier

Cresce l'attesa per la nomina del nuovo premier

In pole restano Bayrou e Cazeneuve, spunta l'outsider Lescure

PARIGI, 12 dicembre 2024, 22:42

Tullio Giannotti

ANSACheck
Il premier francese sarà nominato domani mattina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il premier francese sarà nominato domani mattina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Avranno un'altra notte per agitarsi i fantasmi dei primi ministri fra i quali Macron non riesce a decidersi. Il presidente aveva annunciato martedì una decisione "entro 48 ore". Gioevdì' era andato in Polonia per una visita programmata e dedicata al sostegno all'Ucraina, ma i pensieri erano altri.

A metà giornata, l'Eliseo annuncia: visita abbreviata, niente puntata al Museo dell'Insurrezione di Varsavia, prevista alle 16. Subito verso l'aeroporto, volo per Parigi e annuncio del premier. Ma non è andata così. Dall'entourage, trapelava che il presidente, salendo la scaletta dell'aereo, ancora non aveva deciso tra François Bayrou, Bernard Cazeneuve o - nome a sorpresa delle ultime ore - Roland Lescure. E neppure scendendo dall'apparecchio, atterrato alla base aerea di Villacoublay, a sud-ovest di Parigi, Emmanuel Macron è stato in grado di mantenere l'impegno preso con i francesi. Una scarna nota dell'Eliseo, spegneva ogni residuo entusiasmo: "Il comunicato stampa con il nome del premier sarà pubblicato domani  mattina (venerdì 13 dicembre ndr)".

La ricerca di un accordo sui nomi in ballo, di un impegno per la "non sfiducia", come è stato definita l'intesa di martedì all'Eliseo fra il presidente e i partiti dell'arco politico (senza le ali estreme) andrà avanti per tutta la serata, forse la notte. Nel totopremier, i nomi che sembrano essere rimasti in lizza per la corsa a palazzo Matignon sono quelli del centrista François Bayrou e dell'ex premier ed ex socialista, Bernard Cazeneuve. Le adesioni dei partiti ai nomi di questi due candidati sono state scarse da parte delle formazioni che non fanno parte del cosiddetto 'blocco di centro', che sosteneva il governo Barnier.

Nelle ultime ore è emersa la candidatura di un ennesimo outsider, l'ex ministro dell'industria, macroniano e di ispirazione social-liberale, Roland Lescure, Estremamente ostile il Rassemblement National, anche perché Lescure aveva duramente criticato il peso di Marine Le Pen sul governo Barnier. Due giorni fa, senza entrare nella logica dei nomi del premier, della coalizione che governerà o dei programmi, Macron e i suoi interlocutori avevano trovato un punto di caduta: il governo si impegna a non ricorrere al famigerato 49.3, l'articolo della Costituzione che consente di far passare una legge senza discussione in Parlamento, semplicemente mettendo la fiducia; i partiti in cambio garantirebbero la cosiddetta 'non sfiducia': pur se fuori dalla coalizione o in disaccordo con parte dei contenuti del programma, non ricorrerebbero alle mozioni per rovesciare l'esecutivo, come avvenuto 10 giorni fa con quello di Michel Barnier.

Il premier dimissionario aveva posto la fiducia sulla parte della manovra finanziaria che riguardava i conti della Sécurité Sociale, la previdenza sociale. La gauche del NFP, il Nuovo Fronte Popolare, aveva presentato una mozione di sfiducia, il RN, il Rassemblement National di Marine Le Pen aveva fornito i voti decisivi per far cadere il governo. Nelle trattative di questi giorni, si è segnalata la profonda spaccatura nella coalizione della gauche, il Nuovo Fronte Popolare.

Con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che non ha accettato gli inviti di Macron a dialogare, a differenza degli alleati socialisti, Verdi e comunisti. Con il PS, il partito apparso più disponibile a non ostacolare la formazione di un governo, la rottura sembra insanabile.

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