Sono stati svegliati nel cuore della notte dalle esplosioni. Le sirene non sono suonate e sono stati i boati ad avvertire gli iraniani che l'attesa, e temuta, risposta di Israele era in corso. Poi, alcune ore dopo, sono stati avvisati dal consueto monito delle autorità: non è consentito inviare post e video alle reti tv iraniane dissidenti all'estero, altrimenti il rischio è da uno a dieci anni di carcere. Ma nonostante tutti gli avvertimenti, i social media sono stati comunque la principale fonte di informazioni per moltissime persone, sin dalle prime ore del mattino.
In molti hanno visto il post che riferiva di un'esplosione nel complesso industriale di Shamsabad a sud di Teheran, in una fabbrica che produce parti di droni. E poi diversi altri che mostravano un fumo denso causato da esplosioni a ovest e sud-ovest di Teheran, oppure il sistema di difesa che sparava verso il cielo. Un post affermava anche che un Airbus della Mahan Air, in volo da Guangzhou in Cina a Teheran, costretto ad atterrare a Kerman, con 292 passeggeri.
"Spero che quest'attacco sia l'ultimo tra Iran e Israele e che questo ciclo di rappresaglie si interrompa", racconta all'ANSA Sina, uno studente di fisica di 24 anni, dicendosi, comunque, sollevato: "Grazie a Dio, gli attacchi hanno preso di mira solo determinati siti, non le nostre case". "La mia famiglia e io abbiamo sentito le esplosioni, ma non eravamo così terrorizzati, perché eravamo sicuri che gli attacchi israeliani non avrebbero preso di mira aree residenziali", gli ha fatto eco un compagno di università, Hessam. "Però - ha aggiunto - siamo preoccupati per un'altra possibile risposta del governo iraniano e per i possibili attacchi israeliani alle infrastrutture iraniane dell'elettricità, il petrolio e il gas".
Dopo gli attacchi della scorsa notte, questa mattina le aziende, le università e le scuole hanno riaperto e i voli sono ripresi. "A quanto pare tutto sembra normale e abbiamo anche frequentato le lezioni, ma si può percepire ansia e incertezza sul futuro da parte di tutti", ha aggiunto Hessam.
Il governo iraniano non ha ancora annunciato i luoghi colpiti e l'entità dei danni, tuttavia il Ministero degli Esteri, in una dichiarazione, ha affermato che è un dovere difendere il Paese da qualsiasi aggressione, mentre i media hanno anche citato una fonte militare secondo cui l'Iran risponderà all'attacco. Nel frattempo, gli iraniani si sono uniti alle richieste regionali e internazionali a Teheran di porre fine agli attacchi di rappresaglia con Israele.
"Sono stufo di così tante brutte e terrificanti notizie e tensioni nella mia vita quotidiana da decenni, e mi aspetto davvero che il governo ponga fine a questo gioco del rimpallo", si è sfogato Zohreh, 49 anni: "Voglio solo calma, una vita normale, non voglio che mia figlia a 11 anni soffra quello che ho sofferto io durante la guerra Iran-Iraq degli anni '80, quando avevo la sua età. Non vogliamo un'altra guerra, che non è nemmeno collegata al nostro Paese".
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