La Corea del Nord potrebbe aver giustiziato numerosi funzionari per i danni causati dalle devastanti inondazioni di luglio, che hanno distrutto migliaia di case e causato fino a 1.500 morti o dispersi. A sostenerlo è il servizio di intelligence nazionale della Corea del Sud.
Il servizio sudcoreano ha dichiarato che sta monitorando attentamente i segnali che indicano che il regime ha realizzato le esecuzioni dopo che il leader Kim Jong-un ha dichiarato che avrebbe "punito severamente" i responsabili dei danni, ha riportato l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
Le presunte esecuzioni, riportate anche dalla TV Chosun nel Sud, non sono state verificate in modo indipendente e i media statali nordcoreani non ne hanno fatto menzione. L'agenzia di spionaggio della Corea del Sud ha affermato solo di aver "rilevato segnali" che le esecuzioni avevano avuto luogo, senza fornire dettagli. "Circa 20-30 leader sono stati accusati di corruzione e abbandono del dovere. Sono stati condannati alla pena capitale", ha detto TV Chosun, citando un funzionario nordcoreano non identificato.
Secondo i media sudcoreani, tra i funzionari giustiziati potrebbe esserci anche Kang Pong-hun, che in precedenza era il segretario capo del comitato provinciale del partito al governo a Jagang, tra i territori colpiti dall'alluvione. Secondo l'agenzia di stampa statale Korean Central News Agency, Kang e altri alti funzionari, tra cui l'allora ministro della pubblica sicurezza, Ri Thae-sop, sono stati destituiti durante una riunione dell'ufficio politico del partito a fine luglio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA