Gli indigeni dell'altopiano
boliviano, chiamati 'poncho rossi', hanno iniziato una serie di
blocchi stradali per chiedere le dimissioni del presidente Luis
Arce e del vicepresidente David Choquehuanca. Tra i motivi della
protesta ci sono la mancanza di dollari e di carburante nel
Paese, oltre all'accusa contro Arce di promuovere la divisione
delle organizzazioni sociali.
Il principale leader dei 'poncho rossi', David Mamani, ha
dichiarato che la manifestazione è uno sciopero a tempo
indeterminato "fino alle dimissioni di Arce e Choquehuanca",
oltre a chiedere la convocazione "il più presto possibile" di
nuove elezioni.
Decine di manifestanti si sono appostati sulle strade
principali che collegano la capitale, La Paz, con l'entroterra
del Paese, alcuni comuni limitrofi e l'autostrada internazionale
per il Perù.
Nei punti di blocco sono stati accesi falò e posizionati
sassi e cumuli di terra o macerie per ostacolare il passaggio
dei veicoli, mentre agenti della polizia cercano di convincere i
dimostranti a liberare il traffico. Domenica, Arce ha accusato
l'ex presidente Evo Morales di aver organizzato le mobilitazioni
degli indios per compiere un "colpo di Stato".
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