La Corte suprema del Venezuela
bolla come "ingerenza negli affari interni" la decisione del
governo degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro 16
funzionari statali e magistrati del Paese che hanno convalidato
la contestata rielezione di Nicolas Maduro alle presidenziali
del 28 luglio.
In una nota, la presidente della Corte Caryslia Rodríguez
definisce le misure "coercitive, unilaterali, illegittime e
illegali" come "una pratica ricorrente in conflitto con i
principi universalmente accettati del diritto internazionale".
Il magistrato denuncia che l'iniziativa statunitense si
inserisce in un quadro di "sistematiche minacce esterne che
cercano di indebolire le istituzioni e la democrazia venezuelane
in una nuova forma di colonialismo negli attuali schemi
globali".
Critiche alla decisione di Washington sono arrivate anche dal
Consiglio nazionale elettorale (Cne) secondo cui le sanzioni
cercano di "intimidire a un gruppo" di funzionari pubblici
venezuelani - tra cui la rettore del Cne Rosalba Gil Pacheco e
il suo segretario Antonio José Meneses Rodríguez - colpiti della
misura.
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