Berlino si appresta a rafforzare i controlli temporanei a tutte le frontiere interne per fermare l'immigrazione irregolare e tutelare la sicurezza interna dalle minacce di terrorismo islamico. La decisione è stata presa dalla ministra dell'Interno, Nancy Faeser, e notificata alla Commissione europea. Lo riportano i media tedeschi, citando fonti governative.
Scholz e l'opzione Ruanda, bocciata dai britannici
Il governo tedesco di Olaf Scholz, deciso a dare una stretta sul dossier immigrazione per provare a frenare l'ascesa elettorale dell'ultradestra dell'Adf, sta valutando un accordo con il Ruanda che potrebbe prevedere l'utilizzo - come una sorta di hotspot - delle infrastrutture realizzate nel Paese africano nell'ambito del controverso, abortito piano sottoscritto a suo tempo con il Regno Unito. Piano promosso dai governi conservatori degli ultimi anni, ma seppellito dal nuovo esecutivo laburista di Keir Starmer dopo la vittoria elettorale del 4 luglio.
L'ipotesi, comparsa su alcuni media della Germania e rimbalzata poi sull'isola, ha innescato una polemica nel Regno, anche se resta tutta da verificare ed eventualmente da precisare. Incalzato dai giornalisti, una portavoce di Downing Street si è limitata a dire che Stramer - il quale aveva liquidato il progetto sul trasferimento in Ruanda di quote di richiedenti asilo sbarcati illegalmente come inefficace e costoso - "non commenta" possibili accordi bilaterali fra due Stati stranieri.
Mentre dal fronte Tory, che continua a rivendicare il potenziale dissuasivo attribuito a quel piano, sono scattati immediatamente attacchi beffardi al nuovo premier: accusato di lassismo in particolare dall'ex ministro Robert Jenrick, falco anti-immigrazione e candidato nella corsa per la successione a Rishi Sunak come prossimo leader del Partito Conservatore, secondo il quale il piano Ruanda avrebbe dovuto essere "modificato" in forma più draconiana e attuato, non certo abbandonato
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