Si contano ormai a decine i razzi lanciati da Hezbollah contro il nord di Israele, dove aumentano le tensioni e si teme un'escalation che l'amministrazione Usa di Joe Biden fa di tutto per evitare. Intanto, cresce l'attesa e resta lo stallo sull'accordo per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, al quale Washington continua a credere e lavora dopo le richieste di modifiche avanzate da Hamas che intanto prova a minimizzare: "Non sono significative", secondo un alto funzionario del gruppo palestinese citato da Reuters, mentre anche i leader del G7 dedicheranno un passaggio della loro dichiarazione per chiedere ai miliziani di accettare l'accordo, secondo una bozza del testo riportata da Bloomberg. Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato attacchi con razzi e droni su diverse basi e posizioni dell'esercito israeliano, come "parte della risposta all'assassinio" martedì del loro alto comandante Taleb Abdallah. Israele ha contato almeno 40 razzi lanciati contro il Golan e il nord del Paese, che hanno provocato almeno due feriti e diversi incendi. "Risponderemo con la forza a tutte le aggressioni di Hezbollah", ha ribadito il portavoce del governo di Benyamin Netanyahu, David Mencer. "Attraverso sforzi diplomatici o meno, Israele ripristinerà la sicurezza sul nostro confine settentrionale". Parole che preoccupano l'amministrazione Biden, che sta facendo di tutto per prevenire che la situazione degeneri, secondo funzionari Usa citati da Axios. Il rischio secondo Washington è che Israele stia correndo o possa essere trascinata in una guerra con Hezbollah senza una chiara strategia e senza tenere in considerazioni le implicazioni. "Stiamo assistendo a un aumento delle attività nel nord, e non vogliamo che le cose degenerino in un conflitto regionale più ampio", ha detto chiaramente la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. "Per questo che vogliamo vedere una de-escalation delle tensioni nella regione". Le tensioni a nord non fanno che esacerbare una guerra che nel frattempo prosegue a Gaza: le aree occidentali di Rafah sono state colpite da pesanti attacchi aerei, marittimi e terrestri, hanno detto i residenti all'Afp, parlando di "fuoco intenso" da navi ed elicotteri, mentre Hamas ha riferito di scontri intensi con le truppe israeliane nelle strade della città. Le speranze sono tutte riposte nel piano per il cessate il fuoco sponsorizzato dagli Stati Uniti: il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha detto che l'accordo è ancora possibile nonostante alcune richieste di Hamas non possono essere accettate. Ma "non ci sono emendamenti significativi che, secondo la leadership di Hamas, giustifichino obiezioni", ha detto una fonte dei miliziani a Reuters spiegando che il gruppo ha chiesto di scegliere un elenco di 100 palestinesi con lunghe condanne da rilasciare dalle carceri israeliane, aggiungendo che il documento israeliano aveva escluso la richiesta e limitato i rilasci ai soli prigionieri con pene residue inferiori a 15 anni. Blinken, ha affermato poi Hamas in un comunicato, "continua a parlare dell'appoggio di Israele sull'ultima proposta ma non abbiamo sentito commenti su questo da nessun funzionario israeliano". In questo contesto, "invitiamo Blinken e l'amministrazione Biden a esercitare pressioni dirette" su Israele per un cessate il fuoco permanente a Gaza.
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