La sessione inaugurale di oggi
della neoeletta Assemblea nazionale pakistana è stata disturbata
dai deputati fedeli all'ex primo ministro Imran Khan, che
continuano a contestare i risultati delle recenti elezioni
legislative. Numerose accuse di frode hanno inficiato il voto
dell'8 febbraio, al quale Imran Khan, in carcere da agosto e
condannato a lunghe pene detentive, non ha potuto candidarsi.
I deputati hanno preso posto nell'Assemblea nazionale di
Islamabad, che conta 336 seggi, questa mattina e hanno prestato
giuramento. Alcuni membri del partito di Khan, il Pakistan
Tehreek-e-Insaf (PTI), hanno mostrato foto dell'ex premier in
segno di sfida, mentre i leader degli altri principali partiti
entravano in aula. "In una democrazia, il Parlamento è un luogo
sacro", ha detto Gohar Ali Khan, leader ad interim del Pti. "Chi
non ha la fiducia dei cittadini e non ha un mandato non dovrebbe
sedere qui", ha aggiunto.
Nonostante la repressione delle autorità e l'impossibilità di
fare campagna elettorale, i candidati indipendenti affiliati al
Pti hanno conquistato il maggior numero di seggi alle elezioni.
Ma non avendo la maggioranza assoluta e rifiutando qualsiasi
alleanza, hanno lasciato campo libero a una coalizione tra i due
principali partiti basati sulle dinastie familiari che hanno
dominato la politica pakistana per decenni, la Pakistan Muslim
League (PML-N) di Nawaz Sharif e il Pakistan People's Party
(PPP) di Bilawal Bhutto Zardari, oltre ad altri partiti minori.
Secondo i termini dell'accordo, il fratello minore di Nawaz
Sharif, Shehbaz, già capo del governo nel 2022 e nel 2023, sarà
eletto primo ministro dai deputati nei prossimi giorni.
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