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All'incoronazione il pubblico da casa giurerà fedeltà a re Carlo

Su invito dell'Arcivescovo di Canterbury, ripreso antico rito

Il pubblico che sabato assisterà all'incoronazione di Carlo III, dalla televisione di casa come dall'interno dell'Abbazia di Westminster, sarà chiamato a urlare un "giuramento di fedeltà" al sovrano e agli eredi al trono su invito dell'Arcivescovo di Canterbury: questa l'ultima fra le tante novità del cerimoniale - in realtà uno dei riti più antichi associati alla Corona britannica - introdotte per la prima incoronazione in 70 anni, secondo quanto rendono noto alcuni media britannici.

Il "chorus of millions" (letteralmente: milioni in coro), come è stato descritto da Lambeth Palace, aspira ad essere un omaggio dei sudditi e al tempo stesso una partecipazione "attiva" del popolo al cerimoniale. Sostituirà quello che anticamente era il Homage of Peers, il giuramento vocale dei pari, cioè dei nobili di corte, al nuovo sovrano.

Fra le altre "prime" della cerimonia del 6 maggio, una partecipazione attiva del clero femminile, la preghiera ad alta voce che sarà pronunciata dallo stesso re, la presenza di rappresentanti di altre religioni e il canto di inni anche in gaelico gallese, scozzese e irlandese, in ossequio alle lingue del Regno Unito. 
   

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