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Turchia e Siria sconvolte dal sisma. L'inferno ad Adana, si scava tra le macerie

Scene di dolore e devastazione, migliaia di morti e di edifici crollati. Ascolta di podcast da Adana del collaboratore ANSA Filippo Cicciù

"Le luci del semaforo hanno cominciato a muoversi all'impazzata, velocissime, poi nuvole di polvere dai palazzi che crollavano e le persone disperate in strada". Selim, tassista 45enne di Adana, nel sud est della Turchia, ha ancora la paura negli occhi mentre racconta la scossa della notte precedente. Stava lavorando e si trovava fermo ad un semaforo quando è arrivata. "In lontananza è crollato un palazzo e ho visto il fumo che si alzava, non sapevo cosa fare, ho premuto sull'acceleratore mentre cominciavo a sentire le grida". Istanti di panico, poi "la paura è restata". Forse "resterà per una settimana ancora", dice parlando al telefono con un amico, secondo il quale forti scosse di assestamento continueranno ancora per molti giorni.

Scene di dolore e devastazione, migliaia di morti e di edifici crollati. Ascolta di podcast da Adana del collaboratore ANSA Filippo Cicciù

È notte ad Adana, appena un centinaio di chilometri dall'epicentro, ma le luci della maggior parte degli altissimi condomini disseminati dappertutto per la città sono spente, gli abitanti hanno scelto di usare le auto parcheggiate a bordo a strada per dormire o tentare di riposare un po'. Girando per le strade si vedono case con i muri crepati, insegne spaccate per terra, tavolini dei caffè rovesciati. Una montagna di macerie squarcia il centro della città. Sono i resti di un palazzo di 17 piani che è completamente crollato come è successo a un altro di 14 piani, qualche chilometro più in là. Frigoriferi accartocciati, mobili spaccati e materassi spuntano dalle macerie infilzati da tubi di metallo ancora attaccati ai muri distrutti. Le squadre dei soccorritori, assieme a volontari e cittadini, continuano a scavare tra i resti di quello che fino a meno di 24 ore fa era uno dei tanti palazzi cittadini, accanto al fuoco acceso da coloro che sperano di vedere uscire i propri cari. I soccorritori chiedono di fare silenzio per potere svolgere al meglio le loro ricerche ma talvolta si sentono grida di disperazione tra chi in lacrime ha ormai capito che non rivedrà più i suoi cari e non riesce ad accettarlo. "Mamma dove sei? Cosa è successo? Non sento più la tua voce", grida la figlia di una signora che abitava nel palazzo crollato. Si dimena a tal punto che le amiche devono trattenerla con la forza. "A noi fortunatamente non è successo nulla, solo un grande spavento", dice Ahmet, ristoratore 50enne che si trova qui come volontario per mantenere la sicurezza, assieme agli agenti, in una situazione dove la calma può facilmente sfuggire. Ha il volto attonito e triste, come tutte le persone di Adana. Il dramma inizia a manifestarsi direttamente non appena si atterra all'aeroporto della città turca. Folle di persone in lacrime abbracciano quelli che arrivano con gli ultimi voli disponibili, molti sono stati cancellati. Tra quelli arrivati oggi c'è anche Selin, fisioterapista 30enne che ha deciso di concludere le sue vacanze in anticipo per precipitarsi a dare aiuto alle vittime del terremoto. "C'è moltissimo bisogno di persone disposte a dare soccorso", dice spiegando che in alcune zone colpite dal sisma, come Antakya dove si è recata, sono crollati anche interi ospedali. "Ho parlato con mia madre questa mattina, lei sta bene ma mia nonna, le mie tre zie e i loro mariti sono ancora sotto le macerie. Vivono tutti nello stesso edificio ed è completamente distrutto. Nelle vicinanze è crollato anche un ospedale. Non hanno molte informazioni e quando le ho parlato non erano arrivati ancora i soccorsi", racconta Ozlem, una farmacista di Istanbul originaria di Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto di questa notte.

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