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Macron va avanti sulle pensioni malgrado la protesta record

Parigi, rispetto e ascolto per la piazza ma riforma è necessaria

 Dopo la mobilitazione record che ieri ha riempito le piazze di Francia il governo dice di voler "discutere" e "ascoltare" il grido dei manifestanti, ma intende comunque andare avanti sulla riforma delle pensioni promessa da Emmanuel Macron. Su France 2, il ministro del Lavoro, Olivier Dussopt, assume toni concilianti: "La mobilitazione è molto importante, questo deve indurci a tentare di discutere sempre, di convincere, di farlo con umiltà", ha affermato, difendendo nel contempo una riforma "necessaria, perché oggi il sistema non sta più in piedi", a cominciare dal contestato aumento dell'età pensionabile a 64 anni.
    Su France Inter, il ministro dei Conti Pubblici, Gabriel Attal, esprime "rispetto" per "i francesi che si sono presi del tempo, una giornata, per far valere le loro convinzioni".
    "Ovviamente - ha aggiunto - bisogna non solo ascoltare ma comprendere il messaggio di queste mobilitazioni". "Ieri, è stata la più grande manifestazione (da 30 anni,ndr.), incluso quella del 1995", esulta su RTL il segretario generale della CFDT, Laurent Berger. In piazza, sono scese 1,27 milioni di persone secondo il governo e 2,5 milioni secondo i sindacati.
    Mentre il segretario generale di CGT, Philippe Martinez, accusa l'esecutivo di voler "giocare a braccio di ferro". "Minimizzare lo scontento", avverte, spingerà i sindacati a "passare alla velocità superiore",avverte su France Inter. Intanto, la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, attacca quei sindacati che si oppongono alla presenza degli eletti lepenisti nei cortei. "La violenza con cui il signor Martinez ha spiegato che spingerà i deputati RN fuori dalle manifestazioni è vergognoso, questi dimostra che questi sindacati difendono i propri interessi, non gli interessi dei francesi", ha denunciato su franceinfo.
    Nuove mobilitazioni sono state annunciate dai sindacati per il 7 e l'11 febbraio. 
   

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