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Il Papa: basta con la barbarie della guerra

Il pontefice rinnova l'appello per lo stop al conflitto in Ucraina

Papa Francesco non si rassegna a che nel conflitto in Ucraina non ci sia stato un cessate il fuoco nel periodo pasquale, per dare un sollievo alla "popolazione stremata", e rinnova il suo appello proprio nel giorno della Pasqua ortodossa, ancora insanguinata dai missili e dai bombardamenti e in cui ricorrono anche i due mesi di guerra. "La pace è possibile!", grida il Pontefice alla preghiera del Regina Caeli in piazza San Pietro, davanti a 40 mila fedeli, e "i politici ascoltino la voce della gente, che vuole la pace, non un'escalation del conflitto". "Oggi varie Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, e anche diverse comunità latine, celebrano la Pasqua secondo il calendario giuliano - ricorda Francesco -. Noi l'abbiamo celebrata domenica scorsa, secondo il calendario gregoriano. Porgo loro i miei auguri più cari: Cristo è risorto, è risorto veramente!".

"Sia Lui a colmare di speranza le buone attese dei cuori - auspica -. Sia Lui a donare la pace, oltraggiata dalla barbarie della guerra". "Proprio oggi - ricorda ancora il Papa - ricorrono due mesi dall'inizio di questa guerra: anziché fermarsi, la guerra si è inasprita. È triste che in questi giorni, che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione; ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola". "Rinnovo l'appello a una tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace - aggiunge quindi -. Si arresti l'attacco, per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata; ci si fermi, obbedendo alle parole del Risorto, che il giorno di Pasqua ripete ai suoi discepoli: 'Pace a voi!'". "A tutti chiedo di accrescere la preghiera per la pace e di avere il coraggio di dire, di manifestare che la pace è possibile - afferma Bergoglio -.

I leader politici, per favore, ascoltino la voce della gente, che vuole la pace, non una escalation del conflitto". A questo proposito, il Pontefice saluta e ringrazia "i partecipanti alla Marcia straordinaria Perugia-Assisi per la pace e la fraternità, che si svolge oggi"; come pure "quanti vi hanno aderito dando vita ad analoghe manifestazioni in altre città d'Italia". Stamane il Papa, in occasione della Domenica della Divina Misericordia, doveva presiedere la messa nella Basilica di San Pietro, ma per il persistente e forte dolore al ginocchio, che gli impedisce di camminare agevolmente e di restare troppo tempo in piedi, in extremis vi ha dovuto rinunciare, come già accaduto negli ultimi tempi per altri impegni. Al suo posto ha presieduto la liturgia l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione. Francesco ha assistito alla celebrazione seduto su una poltrona nei pressi dell'Altare della Confessione, e ha pronunciato l'omelia. "Tutta la Chiesa è stata resa da Gesù una comunità dispensatrice di misericordia, un segno e uno strumento di riconciliazione per l'umanità", ha affermato. "Sentiamoci chiamati a questo - ha sottolineato il Pontefice -. Gesù cerca in noi dei testimoni davanti al mondo di queste sue parole: Pace a voi!".

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