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Qui Londra, è assalto alle case degli oligarchi

Qui Londra, è assalto alle case degli oligarchi

Occupata villa Deripaska. Monta crociata fra sdegno e ipocrisia

LONDRA, 14 marzo 2022, 17:04

Redazione ANSA

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L 'occupazione della residenza del magnate russo Oleg Deripaska © ANSA/EPA

L 'occupazione della residenza del magnate russo Oleg Deripaska © ANSA/EPA
L 'occupazione della residenza del magnate russo Oleg Deripaska © ANSA/EPA

Per oltre 20 anni, mentre a Downing Street si alternavano primi ministri del New Labour o conservatori, Londra ha spalancato loro le porte. Ma ora per gli oligarchi russi che hanno arricchito a dismisura il mercato immobiliare, quello finanziario e il mondo dello sport britannici di denaro dalla provenienza mai troppo indagata - al pari di miliardari o notabili arabi, asiatici e così via dalle credenziali democratiche e legali dubbie - la musica è cambiata.
    O almeno per alcuni di loro, presi di mira (c'é chi dice finalmente) in numero crescente a colpi di sanzioni dopo l'invasione dell'Ucraina, perché considerati in un modo o nell'altro funzionali al sistema di potere di Vladimir Putin.
    E' il caso di Oleg Deripaska, magnate dell'alluminio adottato dal putinismo fra i superstiti capitani di ventura un tempo legati alla famiglia del defunto primo presidente post sovietico Boris Ieltsin, al quale non è bastato prendere le distanza pubblicamente dalla guerra dello 'zar Vladimir' per sfuggire all'inserimento nella lista nera. Con tanto di congelamento di asset che includono una magione da mille e una notte a Belgrave Square.

Residenza presa oggi d'assalto da un drappello di dimostranti (indicati dai media locali con l'etichetta di "squatter") che ne hanno decretato provocatoriamente l'esproprio: "Questa proprietà è stata liberata", hanno scritto poi gli attivisti su uno striscione esposto da una finestra assieme a un vessillo giallo-azzurro ucraino, mentre la polizia lasciava inizialmente limitandosi a presidiare la situazione dal di fuori. Gesto simbolico, ma che riecheggia un clima in cui il governo di Boris Johnson, stando ai giornali, starebbe valutando persino l'ipotesi di confiscare un po' di lussuose abitazioni di boiardi russi per farvi accomodare quei rifugiati ucraini ai quali, pur a rilento, inizia a garantire visti d'ingresso sull'isola: ipotesi sbandierata da deputati bipartisan, ma che diversi ministri Tory sembrano in realtà considerare difficilmente compatibile con la normativa sulla tutela delle proprietà private, cardine di un intero sistema; e su cui lo stesso sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, esprime dubbi, evocando "ostacoli legali" e conseguenze boomerang.
    Mentre a denunciare il rischio di una certa ipocrisia resta la voce di Jürgen Klopp, allenatore tedesco del Liverpool dall'eloquio franco, che dall'alto dei suoi successi e della sua esperienza sportiva non abbocca all'improvviso sdegno anti-oligarchi del Regno come di altri Paesi d'Europa: ove - quanto meno nel mondo del calcio - "tutti sapevamo di chi fossero i soldi" (russi, arabi, cinesi, eccetera) che hanno fatto le fortune di tanti. 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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