Oggi si prega per la pioggia in
tutte le moschee del Marocco. L'invito diffuso dal ministero
degli Affari islamici, su ordine di re Mohammed VI, è accolto in
ogni angolo del paese, in questo venerdì giorno di precetto per
i musulmani.
La preghiera fa riferimento a un versetto del Corano e alle
parole del profeta Maometto che raccomanda di "pregare ogni
volta che la pioggia si fa attendere". Quest'anno il deficit
pluviometrico ha raggiunto livelli mai visti; le riserve nelle
dighe sono ai minimi storici, con un livello al 34 per cento
rispetto al 46 dell'anno scorso, in questo stesso periodo.
L'agricoltura, che rappresenta il 14 per cento circa del Pil,
è seriamente provata dalla siccità che si aggiunge alla crisi
sanitaria degli ultimi due anni. Secondo quanto riferito in
Parlamento, nei giorni scorsi, dal ministro dell'Agricoltura
Mohammed Sadiki, "quella in arrivo è una delle stagioni più
difficili degli ultimi 30 anni". Su 12 regioni del Marocco, solo
quattro sono non soffrono al momento per la mancanza d'acqua. E
sono le regioni del nord, tra Fes, Tangeri, Rabat e Casablanca.
Il sud è in grave sofferenza.
A Marrakech, dall'inizio dell'anno, l'acqua è razionata:
vietato annaffiare giardini, parchi pubblici e campi sportivi.
Dopo l'anno più caldo del pianeta, il 2020, quando per esempio
Agadir chiuse la distribuzione d'acqua dei rubinetti durante la
notte, il Marocco nel 2021 ha conosciuto temperature fino a 50
gradi di giorno e 30 di notte. Il trend è in crescita nei
prossimi 30 anni, fino al 2050 quando alla diminuzione di
pioggia dell'11 per cento farà da contraltare un aumento di
temperatura di 1,3 gradi centigradi. Il che, secondo gli studi
del ministero dell'Agricoltura farà diminuire di un ulteriore 25
per cento la disponibilità di acqua per l'irrigazione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA