La Marina thailandese e altre navi
stanno cercando in tutti i modi di fermare la marea nera
costituita da 50 mila litri di petrolio greggio fuoriuscito da
un gasdotto che si sta spostando verso l'isola finora
incontaminata di Koh Samet, circondata da preziose barriere
coralline. Lo riferiscono i media locali, tra cui il sito della
Ctn news.
Il petrolio ha iniziato a fuoriuscire una settimana fa da un
gasdotto gestito dalla Star Petroleum Refining Plc a circa 20
chilometri al largo della costa di Rayong.
Ora il ministro dell'Ambiente thailandese Varawut Silpa-Archa
riferisce che la Marina e altre navi stanno cercando di
contenere la chiazza, che ha già danneggiato diverse miglia
della costa di Rayong e si teme ora per Koh Samet, che fa parte
del Parco Nazionale Khao Laem Ya-Koh Samet.
Ieri il dipartimento per la prevenzione e la gestione dei
disastri ha affermato che metà della spiaggia di Mae Rampheung a
Rayong è ancora contaminata dai fanghi prodotti dalla
fuoriuscita dell'oleodotto sottomarino, sotto forma di un
sottile strato di petrolio depositato lungo 6 miglia di costa;
l' area è stata dichiarata sabato zona disastrata dalla
provincia e chiusa al pubblico.
Le immagini satellitari della Geo-Informatics and Space
Technology Development Agency (GISTDA) mostrano che la
fuoriuscita di petrolio ha coperto un'area di 67 chilometri
quadrati del Golfo di Thailandia.
Star Petroleum stima tra 20.000 e 50.000 litri la perdita
dell'oleodotto. Nel 2013 la spiaggia di Ao Prao sull'isola di
Koh Samet era stata ricoperta da un altro sversamento di
petrolio greggio durante un'operazione di trasferimento di
idrocarburi su una petroliera.
Nel Golfo della Thailandia ci sono più di 200 installazioni
petrolifere, che convivono con difficoltà con alcune tra le più
rare bellezze naturali del pianeta, minacciandole costantemente.
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