Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Johnson si scusa per il party gate, l'opposizione all'attacco chiede dimissioni

Johnson si scusa per il party gate, l'opposizione all'attacco chiede dimissioni

Il premier in Parlamento ha riconosciuto la rabbia del Paese ribadendo le regole non erano state 'tecnicamente violate'

LONDRA, 12 gennaio 2022, 16:27

Redazione ANSA

ANSACheck

Johnson in Parlamento © ANSA/AFP

Johnson in Parlamento © ANSA/AFP
Johnson in Parlamento © ANSA/AFP

Il premier britannico Boris Johnson si è scusato in Parlamento per il cosiddetto 'party gate' legato a un incontro organizzato nel giardino di Downing Street nel maggio del 2020 quando il Regno Unito era ancora in lockdown. Egli ha insistito che le regole non sarebbero state "tecnicamente violate", ma ha riconosciuto la rabbia del Paese.

Secondo le ultime rivelazioni, uno degli incontri organizzati nel giardino della sua residenza ufficiale nel 2020 era in violazione alle restrizioni del lockdown anti Covid allora in vigore. Organizzato il 20 maggio dal capo della sua segreteria, Martin Reynolds: con un un centinaio d'inviti e a cui il premier conservatore britannico risulta aver partecipato di persona accanto a una quarantina di funzionari effettivamente intervenuti e alla first lady Carrie. 

Il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer ha sfidato in Parlamento il premier conservatore Boris Johnson a dimettersi dopo l'ammissione di responsabilità sul cosiddetto party-gate. Starmer ha definito le scuse di Johnson "senza valore", accusandolo di aver mentito alla Camera e al popolo britannico, scatenandone la furia. Johnson - in chiara difficoltà - ha replicato dicendo di assumersi la responsabilità, ma ha negato che l'evento sia stato un party e si è trincerato dietro i risultati di un'inchiesta interna.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza