Sono altri 50.584 i contagi da
Covid censiti nelle ultime 24 ore nel Regno Unito, con un calo
di oltre 3000 rispetto a ieri, anche se le stime su base
settimanale - non ancora condizionate dall'impatto potenziale
della variante Omicron, che per ora ha fatto registrare
sull'isola casi accertati solo nell'ordine delle decine -
indicano tuttora un incremento dei nuovi casi: con una quota di
infetti calcolata ora a uno ogni 60 abitanti a fine novembre
nell'intero territorio britannico, contro uno ogni 65 della
settimana precedente.
I morti restano peraltro più o meno stabili (143) e il
totale dei ricoverati negli ospedali prosegue nella tendenza al
calo in atto da oltre un mese (7300 circa contro i 7600
conteggiati fino a ieri) grazie all'effetto attribuito dagli
specialisti soprattutto ai vaccini.
Le dosi giornaliere somministrate tornano intanto a viaggiare
sul mezzo milione, con oltre 420.000 booster (terze dosi di
rinforzo) nell'ambito del rilancio di una campagna vaccinale di
massa incoraggiata anche dai dati di una ricerca aggiornata
appena pubblicata da scienziati delle università di Southampton
e di Edimburgo che conferma l'efficacia dei booster. Stando a
questi dati, i vaccini Pfizer e e Moderna, somministrati come
terza dose pressoché esclusivamente sia nel Regno sia in altri
Paesi occidentali, garantiscono in effetti un livello di
protezione immunitaria particolarmente elevato a partire da
10-12 settimane dopo la seconda dose. Mentre una tutela buona,
ma inferiore, viene riscontrata nella sperimentazione pure
iniettando gli antidoti AstraZeneca, Novavax, Johnson & Johnson
o il vaccino cinese Curevac.
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