La vaccinazione eterologa
sperimentata incrociando una dose del vaccino britannico
AstraZeneca con una dose dell'americano Pfizer assicura buoni
risultati nella prevenzione del Covid secondo una nuova ricerca
sperimentale realizzata dagli studiosi del progetto Com-Cov
presso l'Università di Oxford su un campione di 850 volontari
ultracinquantenni. Lo rendono noto i media britannici e lo
conferma il professor Jonathan Van-Tam, deputy chief medical
officer dell'Inghilterra, secondo il quale al momento il Regno
Unito non ha motivo di modificare l'approccio dell'utilizzo
dello stesso vaccino per la prima dose e il richiamo, ma
comunque la ricerca in questione sembra offrire "maggiore
flessibilità in caso di difficoltà nel reperimento delle
forniture".
Stando ai dati illustrati dal professor Matthew Snape,
responsabile della sperimentazione, i migliori risultati in
termini di anticorpi si sono registrati con la doppia dose
Pfizer nell'ambito del campione studiato; mentre i livelli di
cellule T più alti in assoluto si sono ottenuti con una prima
dose AstraZeneca seguita da una seconda Pfizer. Leggermente
meno efficace, invece, l'uso inverso d'una prima dosa Pfizer con
richiamo AstraZeneca, il cui effetto immunitario si è rivelato
comunque positivo e in media migliore rispetto alle 2 dosi
AstraZeneca.
Al di là di questa sperimentazione, ancora relativamente
limitata nei numeri, restano peraltro i dati aggiornati ad ampio
raggio su una somministrazione di decine di milioni di dosi nel
Regno Unito che - come ha sottolineato lo stesso Snape -
testimoniano un impatto "molto efficace" sia della doppia dose
Pfizer, sia della doppia dose AstraZeneca contro i contagi gravi
da Covid, con una riduzione amplissima dei ricoveri ospedalieri,
"incluso nei casi di variante Delta".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA