Incoraggiato dal risultato delle
elezioni locali della settimana scorsa, largamente favorevoli
alle bandiere Tory almeno in Inghilterra, il premier britannico
Boris Johnson ha esaltato oggi nel pomeriggio alla Camera dei
Comuni il programma di leggi e riforme inserito nel Queen's
Speech: letto in mattinata dalla regina nella cerimonia
tradizionale d'inaugurazione della nuova sessione parlamentare.
Un programma "chiaro", ha detto che mira innanzi tutto a
ricostruire il Paese e a renderlo più equo dopo la pandemia
passando dallo slogan "jabs, jabs, jabs'' ("vaccini, vaccini,
vaccini") che ha segnato il successo della campagna vaccinale
anti Covid promossa nel Regno Unito dal suo governo
all'assonante "jobs, jobs, jobs'' ("lavoro, lavoro, lavoro").
BoJo ha quindi rivendicato la parte economica di un
manifesto decisamente interventista in questo ambito nelle
intenzioni, dal fronte degli investimenti pubblici a quello
della formazione degli adulti finanziata dallo Stato; ma ha
anche difeso i progetti di leggi più contestati - in alcuni casi
con l'etichetta "populista" - dai suoi detrattori: come quelli
sull'introduzione di un documento d'identità per votare (che
secondo le opposizioni penalizzerebbe i ceti più svantaggiati),
per restituire al capo del governo pieni poteri sulla facoltà di
convocare elezioni anticipato o per imporre ai pub d'indicare le
calorie di bevande e cibi.
Non è mancato infine lo scontro - alla luce del risultato
negativo del voto per il Labour - con il leader laburista Keir
Starmer: che il premier ha messo in guardia sarcasticamente
dallo scontro con temuta vice Angela Rayner e a cui ha
rinfacciato l'atteggiamento di quei compagni di partito che
reagirebbero alla sconfitta prendendosela con la gente e
illudendosi di poter "liquidare l'elettorato".
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