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Birmania: altri 34 morti, sale a 320 il bilancio delle vittime nelle proteste

Ong, finora sono state arrestate 2.981 persone. Molotov contro una sede del partito di Aung San Suu Kyi

    Altri 34 morti sono stati registrati ieri in Birmania, un dato che porta il bilancio complessivo delle vittime dall'inizio delle proteste anti golpe a quota 320: lo ha reso noto l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp).
    Secondo l'organizzazione non profit per la difesa dei diritti umani basata in Thailandia, nella giornata di ieri le forze di sicurezza del Paese hanno ucciso 11 manifestanti, mentre gli altri 23 erano stati uccisi nei giorni scorsi ma senza essere conteggiati. Finora sono state arrestate 2.981 persone. 
  

Un incendio, causato da una molotov, si è sprigionato nel quartier generale del partito dell'ex leader birmana Aung San Suu Kyi a Yangon, la città più grande del Paese. Lo ha annunciato un responsabile del partito. La Birmania sta attraversano un cruenta crisi in seguito al golpe militare del 1 febbraio scorso che ha deposto il premio Nobel per la pace. Da quel momento, alcuni deputati della Lega Nazionale per la Democrazia, il patito di Aung San Suu Kyi, vivono in clandestinità e gli uffici del partito a Yangon sono occupati solo da qualche dipendente. L'attentato incendiario sarebbe stato compiuto intorno alle 4 del mattino (ora locale).

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