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Cile: notte di proteste violente e saccheggi

Manifestazioni degenerate in incidenti, 61 arresti

Saccheggi, diverse stazioni di polizia attaccate, un autobus e 16 veicoli dati alle fiamme e 61 arresti: è questo il bilancio della notte di violenza vissuta in Cile, dopo che sono degenerate, in particolare a Santiago, alcune manifestazioni per chiedere l'approvazione da parte del parlamento del progetto di legge che autorizza i cittadini a ritirare fino al 10% del denaro versato nel sistema pensionistico privato (Afp).
    Secondo quanto riportato dal sito Emol, le proteste sono iniziate con un "caceroleo" (protesta con pentole e coperchi) convocato alle 21 locali di ieri e rapidamente si sono trasformate in incidenti violenti, con barricate in diverse località del Paese nonostante il coprifuoco decretato per la pandemia del coronavirus, che in Cile ha registrato oltre 319 mila casi e 7.069 morti.
    I carabinieri cileni hanno riferito che tra ieri pomeriggio e l'alba di questa mattina si sono verificati 60 reati, tra questi 28 blocchi stradali e 13 saccheggi. Ci sono stati anche attacchi con lancio di pietre alle stazioni di polizia di Huechuraba, Maipú, Cerro Navia, Pudahuel, La Pintana e Penalolén.
    Un autobus del sistema di trasporto della capitale cilena Transantiago è stato bruciato da individui non identificati, mentre l'evento più grave è stato registrato nel comune di Estacion Central, nella Regione metropolitana di Santiago, dove alcune persone hanno provocato un incendio che ha distrutto 16 veicoli.
    In totale, i carabinieri hanno arrestato 61 persone: 54 nella Regione metropolitana di Santiago e sette in altre regioni. Del totale degli arresti, 34 sono dovuti a reati di saccheggio nella capitale. La polizia ha riferito che in ogni caso non ci sono stati feriti tra civili o agenti.
    Il ministro degli Interni, Gonzalo Blumel, ha descritto come "particolarmente gravi" i vari atti di violenza che si sono verificati durante la notte nella capitale, sottolineando che è stato "un tentativo di minacciare e alterare il nostro processo democratico". In questo senso, ha invitato tutti i settori politici a condannare l'accaduto, affermando che, se non lo faranno, saranno da considerare come "complici".
   

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