Joe Biden tra due fuochi. Il più pericoloso per ora sembra quello del #Metoo, dopo che la sua ex assistente Tara Reade ha rilanciato le accuse di aggressione sessuale sollecitandolo a lasciare la corsa per la Casa Bianca e affidandosi allo studio legale che ha difeso alcune vittime di Harvey Weinstein, l'ex re di Hollywood. L'avvocato che la rappresenterà, tra l'altro, è Douglas Wigdor, un ex donatore di Donald Trump.
Ma dietro l'angolo si profila un'offensiva a tutto campo del tycoon, tra una campagna milionaria di spot contro l'ex vicepresidente e il tentativo di riscrivere il Russiagate come un complotto dell'amministrazione Obama-Biden, come lascia intendere anche la clamorosa decisione del Dipartimento di Giustizia di lasciar cadere le accuse contro l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn. "Biden non dovrebbe correre per la presidenza, vorrei che si ritirasse, ma non lo farà", ha ammonito Tara Reade in un'intervista a Megan Kelly, l'ex conduttrice tv che torchiò il tycoon per i suoi frequenti commenti sessisti e fu tra le prime a denunciare l'allora potente presidente di Fox News Roger Ailes in una vicenda di molestie immortalata nel film 'Bombshell'.
>>>ANSA/ L'accusatrice di Biden, 'rinunci alla Casa Bianca'
E si affida a legali vittime Weinstein. Bufera sul caso Flynn
