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Il boato e la paura, ma New York non si ferma / IL REPORTAGE

Il racconto dell'inviata dell'ANSA a Manhattan dopo l'esplosione

L'esplosione spezza un caldo e affollato sabato sera, nel cuore di Manhattan. Il boato, che in tanti su Twitter raccontano di aver sentito anche da molto lontano. Poi l'intensificarsi delle sirene, gli elicotteri, le prime immagini in diretta tv, le telefonate di amici e parenti preoccupati.

Il quartiere di Chelsea scosso dalla paura che torna. Il luogo dell'esplosione subito transennato, le ambulanze e un enorme dispiegamento di polizia e vigili del fuoco. Ma New York non si fa immobilizzare. E sembra quasi un normale, caotico, sabato sera, a osservare la città in taxi, tentando di raggiungere il luogo dell'esplosione dall'Upper West Side, attraverso la Columbus Circle, Times Square, la Fifth Avenue. L'esplosione avviene intorno alle 20.30 locali, le 2.30 in Italia, sulla 23esima strada, tra la Sesta e la Settima Avenue. E' una zona affollata di locali, molto frequentata anche dai turisti. Poco distante dal luogo dove viene piazzato l'ordigno, tra la 24esima e la Quinta Avenue, c'è l'italiano Eataly, che attorno alle 22 è pieno di clienti.

Da oggi in città arriveranno oltre 150 leader mondiali per l'Assemblea generale dell'Onu. Si diffonde la notizia che Barack Obama e Hillary Clinton siano poco distanti, per un evento elettorale: non è vero, sono a Washington. Ma l'attentato terroristico è il primo pensiero, al diffondersi della notizia. Arriva presto la conferma che si sia trattato di un ordigno. Ma ci si aggrappa a lungo alla speranza che si sia trattato di un terribile incidente, una fuga di gas.

L'area viene subito transennata dalla polizia, che via Twitter invita i newyorkesi a tenersi alla larga dalla zona. I volti di passanti, curiosi e abitanti di Chelsea sono preoccupati, impauriti. Sguardi tesi, domande preoccupate. Il boato, raccontano, ha spezzato il respiro. Nelle prime parole dei feriti non gravi, lo shock e l'orrore: "E' successo in fretta, sono stata sbalzata in aria e buttata a terra. Ho realizzato che scorreva sangue sul mio viso", racconta una donna ferita.

Alle 23 una folla di curiosi si ferma a osservare la conferenza stampa in strada, a pochi passi dal luogo dello scoppio: il sindaco Bill De Blasio spiega che "non vi sono prove di una connessione terroristica", ma l'atto è stato "intenzionale".

Un secondo ordigno viene disinnescato, il terzo è un falso allarme. L'area è bloccata, il traffico deviato, le sirene ininterrotte. Ma la polizia è cordiale, dà informazioni, tranquillizza. Si riesce a raggiungere in taxi il Flatiron Building, il noto palazzo che fa da angolo a due strade, e poi a percorrere a piedi la 24esima strada e affacciarsi sulla Sesta Avenue: i feriti sono stati subito portati negli ospedali vicini, gli investigatori sono al lavoro. Intorno alla mezzanotte il cuore di Chelsea è ancora bloccato, attonito. Ma intorno New York non si ferma, non si è mai fermata: file davanti ai locali, ristoranti pieni, strade affollate. Uno sguardo alle notizie sugli smartphone e la vita che scorre, nonostante tutto.

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