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Bruxelles vuole riforma asilo. Paesi est dicono di no

Bruxelles vuole riforma asilo. Paesi est dicono di no

EuNavFor Med pronta a fase 2. Italia richiamata su registrazioni

BRUXELLES, 02 settembre 2015, 11:55

Redazione ANSA

ANSACheck

di Patrizia Antonini

Bruxelles studia una proposta legislativa per un meccanismo permanente di ricollocamenti per i profughi, per quote, su scala europea, che dovrebbe di fatto segnare il superamento del regolamento di Dublino, da far arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri degli Interni Ue del 14 settembre. Ma lo scontro è nell'aria. Slovacchia e Repubblica Ceca sono al lavoro per rafforzare il fronte del no a qualsiasi ipotesi di sistema per quote, e guardano alla riunione di venerdì del gruppo 'Visegrad 4', con Polonia e Ungheria, come ad un'occasione per mettere a punto una strategia.
    Intanto la missione navale contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo EuNavFor Med è pronta per passare alla cosiddetta 'fase 2', in cui è prevista la "caccia" ai trafficanti in acque internazionali. L'ok potrebbe arrivare già tra giovedì e sabato, al Consiglio dei ministri della Difesa e degli esteri, a Lussemburgo.
    Angela Merkel, con l'iniziativa di sospendere il regolamento di Dublino per i profughi siriani è "precursore" della strada che Juncker vuole percorrere, spiega la portavoce della Commissione Ue Natasha Bertaud, difendendo "il grande atto di solidarietà" di Berlino da chi, come il vicepremier magiaro Janos Lazar attribuisce alla cancelliera la responsabilità del "caos e i disordini alla stazione Keleti di Budapest" e alle migliaia di migranti che premono per entrare senza registrazioni alle frontiere, al grido di "freedom! Germania!".
    La cancelliera chiarisce però: le regole di Dublino in Europa valgono ancora, quindi i migranti devono essere identificati nel primo Paese di ingresso, anche se la Germania di fatto rinuncerà a mandare indietro i siriani che arriveranno nel Paese.
    Non a caso la Commissione Ue richiama al rispetto delle regole del Sistema comune di asilo esistente (di cui Dublino e Eurodac sono parte), e lo fa con una raffica di lettere amministrative alla volta delle capitali, "ultimo avvertimento prima di aprire le procedure di infrazione", che andrebbero ad aggiungersi alle 32 già in corso. Tra i destinatari c'è Roma, per le mancanze nella raccolta delle impronte digitali: su 92mila persone che hanno attraversato illegalmente le frontiere nei primi sette mesi del 2015, ne sono state identificate solo 29.881.
    E un invito a Italia e Grecia "a realizzare velocemente i centri di registrazione", gli hotspot, arriva anche dal premier spagnolo Mariano Rajoy, che a Berlino, in una conferenza stampa con Angela Merkel ha aperto al meccanismo delle quote, purché ci sia una revisione dei parametri.
    Anche per il futuro, la strada maestra resterà quella della solidarietà, ma assieme al principio della responsabilità, e quindi con maggiori controlli e un'accelerazione sui rimpatri dei migranti economici, anche grazie ad una lista Ue dei Paesi di origine sicuri.
    Intanto, mentre la Bulgaria conclude la sua barriera di filo spinato con la Turchia e Budapest invia 3500 militari alla frontiera, anche il premier ceco Bohuslav Sobotka annuncia di essere pronto ad inviare l'esercito a proteggere la frontiera".
    Giovedì sera il premier Viktor Orban sarà a Bruxelles per vedere Juncker. Non è escluso che al leader ungherese venga offerta la possibilità di beneficiare di uno schema per i ricollocamenti, come avviene con Italia e Grecia. E venerdì il presidente della Commissione Ue incontrerà anche il vice cancelliere austriaco Reinhold Mitterlehner: lunedì 3.650 migranti sono arrivati a Vienna in treno, nel più grande afflusso in un solo giorno, nel Paese, nel 2015.
   

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