Una città "abbastanza bella sebbene un po' lercia". Nel 1882, in una lettera alle sorelle Ida e Maria, Giovanni Pascoli descrive così Matera. Una definizione che oggi la città dei Sassi, designata Capitale europea della Cultura 2019, può dimenticare. I Sassi di Matera, rioni che costituiscono la parte antica della città, sono scavati e costruiti a ridosso della Gravina di Matera. "Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l'inferno di Dante..", dice Carlo Levi durante il suo confino in Basilicata. Ma Matera non significa soltanto Sassi. Chiese rupestri, musei, festival, concerti, kermesse letterarie e feste a carattere religioso permettono di scoprire un territorio che coniuga natura e cultura, tradizione e innovazione. Nell'arco di quasi un secolo e mezzo i passi messi in fila dalla Città dei Sassi l'hanno portata a un riconoscimento prestigioso che condividerà con l'altra vincitrice, la bulgara Plovdiv. E il boato di gioia con cui, il 17 ottobre 2014, i materani hanno accolto in piazza l'annuncio del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini dopo sei anni di attesa e in sfida diretta con Lecce, Cagliari, Perugia e Ravenna, ha espresso il senso di liberazione di una città che aveva voglia di riscattarsi dalla definizione di "vergogna nazionale".