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Ricostruzione delle scuole all'anno zero

Ricostruzione delle scuole all'anno zero

05 aprile 2019, 11:25

Redazione ANSA

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La scuola De Amicis a L 'Aquila, foto Enrica Di Battista ANSA 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA

La scuola De Amicis a L 'Aquila, foto Enrica Di Battista ANSA 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA
La scuola De Amicis a L 'Aquila, foto Enrica Di Battista ANSA 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA

   A 10 anni dal terremoto all’Aquila la ricostruzione delle scuole, il luogo del futuro, è all’anno zero: una sola è in ricostruzione, la primaria Mariele Ventre nel quartiere periferico di Pettino. Le uniche due ricostruite e tornate in centro sono due private. Intanto restano come scheletri gli edifici in muratura abbandonati dopo il terremoto, ma con ancora dentro fascicoli e pagelle: dalla Mazzini alla Carducci all'Istituto d'Arte Muzi. Sono ancora lì, luoghi spettrali non ancora demoliti.

   Ci sono un paio di piccole, felici, eccezioni. Una scuola ricostruita nella frazione dell'Aquila Roio e un'altra realizzata già nel 2009, a meno di 100 giorni dal terremoto, anche grazie al contributo di alcuni privati tra cui Barilla: è la Cittadella Scolastica antisismica e a impatto zero del comune di San Demetrio, a 15 km dall'Aquila. A parte questo, migliaia di bambini e ragazzi della pubblica all'Aquila vanno dunque a scuola nei MUSP, i Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio consegnati nel settembre 2009 per fare fronte all’emergenza. Eppure per gli istituti scolastici sono disponibili da anni almeno 44 milioni.

   “Il problema non è di mancanza di fondi ma di carattere amministrativo e politico. Purtroppo non c’è neanche un dibattitto su dove ricostruire le scuole - afferma Massimo Prosperococco, portavoce del Comitato Scuole Sicure L’Aquila -. Sono stati proposti tanti luoghi, dalla ex Caserma Rossi all’ex Ospedale di Collemaggio, ma finora nulla di concreto. Solo per fare un esempio, la vita di mio figlio è stata quella di tanti studenti terremotati: aveva 9 anni nel 2009, ha fatto le medie in una scuola che non aveva indici di vulnerabilità misurati, ha frequentato le superiori in un liceo con bassi indici di vulnerabilità, ora finalmente è iscritto all’Università. Purtroppo, come quasi tutti gli studenti, anche se non è successo nulla, non ha mai frequentato una scuola davvero sicura”. Quanto tempo ci vorrà ancora? “I tempi tecnici della ricostruzione di una scuola, salvo imprevisti e ricorsi che spesso allungano le previsioni, sono di circa 4 anni: uno di progettazione e tre di realizzazione. Noi ancora siamo in una fase molto lontana dalla progettazione. Se tutto fila lascio potremo vedere la realizzazione di una scuola superiore fra otto anni”.

   “C'è un gioco a rimpiattino e non abbiamo una risposta. Noi pensiamo sia una manifesta incompetenza ad agire”, dichiara Silvia Frezza della Commissione Oltre il Musp. Sono poi stati fatti due concorsi per assumere personale specializzato per la ricostruzione. “Il sindaco – prosegue Frezza - ci ha detto che questa task force da lui tanto voluta in campagna elettorale era stata ridotta a 2-3 persone causa trasferimenti, maternità e altre ragioni. Quindi manca personale, lo ha detto il sindaco”. 

   “Da 10 anni – ricorda Frezza - lavoriamo nelle lamiere. Perché se elegantemente sono chiamati Musp, sono pur sempre container”. Come riportato nei reportage degli anni scorsi, nei Musp ci sono infiltrazioni, tetti che si avallano con la neve, fogne ostruite. “Sono lamiere – prosegue Frezza - che non offrono spazi adeguati: non ci sono laboratori, molti non hanno le palestre. I bambini, in questi casi, o non fanno educazione motoria o la fanno negli atri, a nostro rischio e pericolo. Quest’anno, ma solo per una scuola, abbiamo ottenuto di poter trasferire i bambini da un Musp all’altro per le ore di ginnastica. Ci sono bambini e ragazzi, quindi, che non hanno mai conosciuto una scuola vera, oltre che una città vera. E’ vero che la ricostruzione privata sta andando avanti, è vero che la città con i suoi palazzi sta tornando, ma non c’è la città vera. Mancano biblioteche, spazi di incontro per i giovani”.

   L’amministrazione Biondi - chiusa l'era Cialente, il sindaco è in carica dal 2017 - ammette le difficoltà dovute alla mancanza di personale. Ma quali sono i progetti per le scuole? A novembre 2018 l’amministrazione ha approvato il nuovo Piano di riassetto scolastico, con cui si è scelto di realizzare dei poli nelle aree est e ovest del territorio, bandendo due concorsi di progettazione. Inoltre, spiega il sindaco, “abbiamo compensato lacune legate a una programmazione obsoleta. Su un istituto, ad esempio, è stato necessario ripartire da zero perché la progettazione delle aule era sottodimensionata e non prevedeva spazi per le lezioni di musica nonostante la scuola abbia un indirizzo musicale”. A giorni cominceranno i lavori per la scuola nella frazione di Arischia. La giunta Biondi prevede inoltre che alcune scuole tornino in centro storico o in aree vicinissime al cuore della città. La giunta Biondi rivendica anche finalmente l’avvio, sugli edifici scolastici, delle verifiche per la valutazione dell'indice di vulnerabilità sismica.

   Ad oggi però, quando nel decennale del terremoto si tirano i bilanci, la mancata ricostruzione delle scuole è forse la peggiore ombra sull’Aquila perché è nelle scuole che si gettano i semi per il futuro.

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