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Prefetto Economia Vaticano, allo Stato italiano 17 milioni di tasse

Padre Guerrero: 'Abbiamo davanti anni difficili. Con il Covid prevediamo un calo delle entrate tra il 25 e il 45%'

"Il Vaticano non rischia il default. Questo non vuol dire però che non dobbiamo affrontare la crisi per quella che è. Abbiamo sicuramente davanti anni difficili. La Chiesa compie la sua missione con l'aiuto delle offerte dei fedeli. E non sappiamo quanto la gente potrà donare. Proprio per questo dobbiamo essere sobri, rigorosi". Lo afferma padre Juan Antonio Guerrero Alves, Prefetto della Segreteria per l'Economia, in un'intervista a Vatican News, commentando la crisi mondiale legata al coronavirus.

La Santa Sede versa ogni anno all'Italia 17 milioni di euro per le tasse, "il 6 per cento circa del budget" vaticano, rivela il Prefetto della Segreteria per l'Economia. "Quanto ai numeri, quelli della Santa Sede - spiega padre Guerrero - sono molto più piccoli di quanto in tanti immaginano. Sono più piccoli di una media università americana, per esempio". "Tra il 2016 e il 2020 sia le entrate che le uscite sono state costanti. Le entrate intorno ai 270 milioni. Le spese in media intorno a 320 milioni, a seconda dell'anno. Le entrate derivano da contributi e donazioni, rendimenti degli immobili e in misura minore dalla gestione finanziaria e dalle attività degli Enti". Ma, secondo il Prefetto, non bisogna parlare di "deficit" perché "dietro questi numeri c'è la missione della Santa Sede e del Santo Padre, c'è la pienezza della vita e del servizio ecclesiale". 

L'emergenza sanitaria sta provocando un calo delle entrate anche per il Vaticano se si considera che un'importante voce di entrata sono i Musei, ora chiusi. "Abbiamo fatto alcune proiezioni, alcune stime. Le più ottimistiche calcolano una diminuzione delle entrate intorno al 25%. Le più pessimistiche intorno al 45%. Noi non siamo in grado di dire oggi se ci sarà una diminuzione delle donazioni all'Obolo, o una diminuzione dei contributi che arrivano dalle Diocesi", sottolinea padre Juan Antonio Guerrero Alves ricordando che ci sarà anche una contrazione dalle rendite da affitti "perché lo abbiamo deciso noi e per la difficoltà di pagare il canone da parte di alcuni affittuari". Ma "ci sono tre cose che non sono in discussione, nemmeno in questo tempo di crisi: la retribuzione dei lavoratori, gli aiuti alle persone in difficoltà e il sostegno alle Chiese bisognose. Nessun taglio riguarderà chi è più vulnerabile. Non viviamo per salvare i budget".
   

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