L'obiettivo è seguire le orme delle porcellane di Limoges, che ormai possono chiamarsi così soltanto se fabbricate nella città di origine. Invece per anni, il Sapone di Marsiglia, uno dei miti della vecchia Francia, un aroma naturale che tutti i bambini ricordano, è stato fabbricato in Cina o in Malaysia. Grazie a una legge del 2014, i consumatori (la normativa si chiama "consumo") sono ormai ragionevolmente certi dell'origine geografica e dell'autenticità dei prodotti in commercio. Ed è nell'ambito di questa nuova logica che si è però scatenata una battaglia all'ultimo sangue fra tre pretendenti che, in Francia, si disputano il diritto di chiamare Sapone di Marsiglia il loro prodotto, con tanto di definizione di un'indicazione geografica protetta. La vecchia saponetta del bagno di casa, il sapone a scaglie o quel buffo rotolo a forma di limone appeso nei bagni di scuola: il Savon de Marseille è stato una certezza, un compagno fidato, senza pretese e privo di ambizioni aromatiche troppo sofisticate. Adesso è diventato oggetto del desiderio di tre associazioni che si contendono il diritto alla denominazione autentica.
La prima è l'Associazione di industriali Savon de Marseille France, che punta ad evitare una definizione "troppo rigida e regionalista" di un prodotto, frutto di una miscela di olio e soda, che viene fabbricato anche altrove, ad esempio la regione di Nantes e la costa atlantica. Viene poi l'Unione dei professionisti del Sapone di Marsiglia difende invece 4 fabbricanti fra i quali Marius Fabre, manifattura fondata nel 1900 a Salon-de-Provence, che puntano a riservare l'indicazione geografica ai soli fabbricanti della regione Bouches-du-Rhone, "culla storica del savon de Marseille". Infine, l'Associazione fabbricanti sapone di Marsiglia che raggruppa una decina di imprese locali e vuole riservare l'etichetta d'origine ai soli industriali alla regione Provenza-Alpi-Costa azzurra, che comprende la regione di Marsiglia ma è molto più vasta.
L'INPI, Istituto nazionale proprietà industriale, sta portando avanti un lavoro certosino di "dialogo" fra i contendenti. Ma la posta in palio è enorme, così come gli interessi: i francesi hanno riscoperto negli ultimi anni le proprietà ipoallergeniche del loro antico sapone, che oltretutto è anche completamente biodegradabile. C'è quello per l'igiene personale, ma va a ruba quello per le pulizie di casa, per le mattonelle e persino per disfarsi delle cimici. Le vendite sono in crescita continua e la soluzione della disputa a 3 sembra quanto mai lontana.