"Per quattro anni siamo andati di
pari passo, ora il governo è riuscito a mettere le banche contro
le imprese. Da un anno e mezzo chiediamo un confronto che non
c'è mai stato". Così alla Stampa la presidente dell'Ance
Federica Brancaccio. "Siamo arrivati al 32esimo provvedimento
correttivo senza essere mai stati ascoltati - aggiunge la leader
dei costruttori edili - Capiamo e comprendiamo l'esigenza di
salvaguardare i conti del Paese, ma critichiamo il metodo. Viene
meno il legittimo affidamento nei confronti dello Stato".
Brancaccio fa riferimento alla retroattività: "È una
questione di metodo, ma ancor di più di principio. Così come il
governo non è arretrato dalle proprie posizioni, neppure noi
possiamo fare un passo indietro". A Giorgetti "avrei suggerito
di intervenire fermando subito la misura - dice ancora - ma
lasciando andare avanti i contratti in corso. E poi si sarebbe
potuto studiare l'intervento delle partecipate. Se avessero
comprato loro i crediti, il rosso per il Tesoro sarebbe stato
decisamente inferiore e si sarebbe salvaguardata la liquidità
per l'intero sistema".
"Il rischio di contenziosi è alto - spiega - Chi non ha
capienza sufficiente per assorbire i crediti potrà chiedere di
sciogliere il contratto. Per questo stiamo facendo una
battaglia. Gli istituti di credito hanno una via d'uscita che
noi non abbiamo - prosegue - Noi abbiamo siglato contratti con
condomini che ci hanno regolarmente pagato con la cessione del
credito. A nostra volta abbiamo chiuso degli accordi con una
banca che ci fornisce liquidità grazie a quel credito. Adesso,
però, la banca può chiudere sciogliendo il contratto perché non
è più in grado di onorarlo nel nuovo contesto normativo.
Noi, questa cosa non possiamo farla perché siamo già stati
pagati dai condomini. È un danno enorme".
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