Banca Mediolanum ha chiuso i conti
al 30 settembre con un utile netto a Raccolta netta 249,8
milioni (-12,2%) , inferiore rispetto allo stesso periodo del
2019 esclusivamente per minori performance fees e per l'assenza
dell'equity contribution della partecipazione in Mediobanca,
viene evidenziato in una nota.
La raccolta netta in prodotti gestiti, pari a 3 miliardi, ha
più che compensato l'impatto sulle commissioni
ricorrenti causato dallo shock sui mercati del primo trimestre.
Molto positivo è stato inoltre il contributo dell'erogazione
alla clientela che ha consentito al Margine da Interessi di
superare il livello del 2019 pur in un contesto di tassi di
interesse particolarmente bassi. Il margine operativo ha
raggiunto i 315,8 milioni, contro i 328,3 dello scorso anno: i
costi di Flowe, iniziativa di estremo successo lanciata nel
corso del 2020, e i maggiori contributi ordinari al sistema
bancario, sono stati ben mitigati dalle forti efficienze di
costo operate dal gruppo.
Il totale delle masse gestite e amministrate ha raggiunto
87.567 milioni (+7% rispetto al 30 settembre 2019 e +3% rispetto
al 31 dicembre 2019), grazie al determinante contributo della
raccolta netta totale e al recupero dei mercati nel periodo
estivo.
"Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti da Banca
Mediolanum nei primi nove mesi di questo anno. La capacità dei
family banker di accompagnare la clientela nelle fasi di grande
incertezza e il consolidato livello di digitalizzazione
raggiunto dalla banca hanno consentito piena operatività durante
tutto l'anno e sottolineato il nostro vantaggio competitivo". Ad
affermarlo è stato l'ad, Massimo Doris. "Le differenze
nell'andamento del 2020 rispetto al 2019 - ha sottolineato -
sono infatti riconducibili prevalentemente a fattori esogeni al
business. Mi riferisco, ad esempio, all'assenza del contributo
della partecipazione di Mediobanca o ai maggiori interventi
volti al risanamento del sistema bancario".
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